Juve, ombre sulle operazioni Pjanic e Chiesa: Ramadani indagato per evasione

Avrebbe sottratto 7 milioni di euro al Fisco italiano: undici sedi di club perquisite dalla Finanza. La Procura di Milano si è attivata dopo una segnalazione della Banca d’Italia
Juve, ombre sulle operazioni Pjanic e Chiesa: Ramadani indagato per evasione
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TORINO - Le pagine di cronaca si incrociano nuovamente con quelle del calcio. La Procura di Milano ha infatti avviato un'indagine nei confronti del noto agente Fali Ramadani per un caso di presunta esterovestizione societaria attraverso il classico schema di «stabile organizzazione occulta» per aggirare il sistema fiscale e trasferire soldi all'estero. Ieri infatti i militari nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dal pm milanese Giovanni Polizzi e dall'aggiunto Maurizio Romanelli, hanno effettuato le perquisizioni nei confronti dell'agente Pietro Chiodi, indagato proprio con Ramadani. Parallelamente le Fiamme Gialle si sono presentate presso le sedi di 11 club per richiedere la consegna di documenti necessari per fare chiarezza su alcune presunte irregolarità a proposito di commissioni per il lavoro di intermediazione di Ramadani. Nessuna di queste società risulta indagata, sono Cagliari, Fiorentina, Frosinone, Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma, Spal, Torino e Verona. Al centro dell'indagine della Procura di Milano, tra le tante operazioni, ci sarebbero il trasferimento di Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus, quello di Miralem Pjanic al Barcellona e gli accordi sui rinnovi di Samir Handanovic.

L'inchiesta

I reati che vengono ipotizzati nell'inchiesta, avviata dopo una segnalazione ricevuta dalla sezione antiriciclaggio dell'unità di informazione finanziara della Banca d'Italia, sono omessa presentazione della dichiarazione dei redditi dal 2018 al 2019, reato presupposto del riciclaggio e autoriciclaggio contestati fi no al 2021. Nel capo di imputazione a Ramadani si può leggere che tramite una «stabile organizzazione occulta» operativa in Italia e «attiva nel settore della mediazione sportiva» avrebbe trasferito i proventi dell'evasione fiscale «su rapporti bancari accesi presso istituti di credito italiani ed esteri a nome di società» di diritto estero a lui riconducibili e con sede a Dublino, Malta, Gran Bretagna e Bulgaria. Secondo gli inquirenti Ramadani avrebbe evaso il Fisco per circa 7 milioni, cifra indicata come provvisoria in attesa dello studio di tutti documenti raccolti ieri dalla Guardia di Finanza presso le 11 società di serie A e B.

Dalla Spagna

La volontà dei pm sarebbe quella di fare chiarezza sui «pagamenti disposti in favore di Ramadani» e dei procuratori che hanno collaborato con lui poi arrivati soprattutto su due conti correnti aperti in una filiale milanese di una banca internazionale. Obiettivo dell'indagine è anche quello di definire la funzione della presunta «rete Ramadani»: acquisiti dagli inquirenti copie dei documenti sui «rapporti economico-commerciali» che sono stati instaurati dal 2018 in poi con gli 11 club dal macedone e dagli agenti a lui riconducibili (non solo Chiodi ma anche i non indagati Victor Kolar, Plamen Peychev, Tomislav Erceg, Alessandro Pellegrini). L'indagine è collegata a un procedimento simile avviato in Spagna e ora già arrivato a processo.


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