Juve e Vlahovic a metà, qualcosa non funziona: l'analisi

I bianconeri sono decimi per gol segnati in questa stagione in Serie A: nemmeno l’arrivo del serbo, partito fortissimo, ha cambiato il corso
Juve e Vlahovic a metà, qualcosa non funziona: l'analisi© LAPRESSE
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TORINO - Vlahovic a metà. La Juve, che ha appena abbandonato definitivamente i sogni scudetto, si interroga sul proprio attacco, che continua a non essere da vertice. Non tanto per gli interpreti, di prim’ordine, quanto per la sua prolificità. I numeri dicono che il fatturato del reparto offensivo è il decimo della serie A: 47 gol in 31 partite. Il peggiore tra le grandi ma non solo, visto che più dei bianconeri hanno segnato anche Atalanta, Roma, Lazio, Sassuolo, Verona e Fiorentina che la seguono in classifica. Significa che non è bastato inserire un bomber a tutto tondo, il nuovo fenomeno del campionato, per cambiare il corso della storia. La Juve con Vlahovic ha una media realizzativa solo di pochi decimi migliore, di quella della Juve senza Vlahovic. Segno che non si può imputare a Dusan la mancata svolta ma che le ragioni sono più strutturali: di atteggiamento, di manovra offensiva, di capacità di concretizzare le occasioni create. Che, per la verità, in diverse partite sono state tante ma non sono state trasformate. L’esempio più recente è la sfida con l’Inter ma basta riavvolgere il nastro al ritorno con il Villarreal per trovare una conferma. In entrambi in casi, la squadra di Allegri ha costruito tanto, e per di più contro i nerazzurri ha mostrato forse il volto migliore di tutta la stagione, ma alla voce gol è rimasto il numero zero. Così come nel crollo contro gli spagnoli in Champions League. Paradossalmente, quando la Juve ha giocato meglio, quando ha avuto un atteggiamento più propositivo, quando è diventata “giochista” e non solo più “risultatista”, è rimasta a secco.

Vlahovic, il trend in attacco

Stessa sorte è toccata a DV7, che nelle due gare chiave non ha fatto centro. Il serbo ha iniziato a cento all’ora la sua esperienza in bianconero: subito in gol contro il Verona all’esordio, poi doppietta all’Empoli e rete alla Salernitana. In tutto 4 in 8 gare di campionato, più la rete rapidissima, e da record, al debutto in Champions a Vila-Real. Cinque in tutto in 12 presenze complessive in tutte le competizioni. Vlahovic ha certamente migliorato la Juve perché ha portato le caratteristiche che mancavano - fisicità, presenza in area avversaria, capacità di dialogo e di accompagnare la manovra, intensità - ma non è riuscito a cambiare la sostanza del trend di squadra. Prima dell’avvento di Dusan, la Juve aveva collezionato 42 punti in 23 partite di campionato (media 1,83) e siglato 34 reti (media 1,48). Con DV7 in rosa, i bianconeri hanno proseguito il percorso positivo (che si è concretizzato in 16 risultati utili consecutivi) conquistando 17 punti in 8 match, migliorando la media punti a 2,12, e mettendo a segno 17 reti, 1,62 a partita. Un progresso, sì, ma per quanto riguarda i gol, non la svolta attesa.  

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