"Mi piace il Dna della Juve, non mollare mai fino alla fine. Sono anch'io così e ho voluto tanto vestire questa maglia. A fine carriera, non vorrò avere rimpianti". Ennesima dichiarazione d'amore per Dusan Vlahovic nei confronti del club bianconero. Parole pronunciate al Salone Internazionale del Libro di Torino, in occasione della presentazione del libro, scritto da Guido Vaciago "Vlahovic - Non finisce qui. Così nasce un fenomeno".
Vlahovic: "Innamorato del Dna Juve. Prandelli? Lo ringrazierò per tutta la vita"
Il centravanti serbo ha proseguito, a tutto tondo: "Non mi piace parlare di me come un campione. Diciamo che spero diventarlo, un giorno: c'è ancora tanto da fare. Cesare Prandelli? Parlare di lui mi emoziona. Mi ha spinto in avanti, mi ha supportato con tutte le sue capacità e intuzioni e, per questo, lo ringrazierò per tutta la vita. Qualsiasi cosa per lui ci sarò sempre, gli sono grato. La mia speranza è di vederlo presto. Fino ad oggi è l'uomo di sport più importante della mia carriera e della mia vita".
Vlahovic: "Pressioni alla Juve? Quelle le ha gente che lavora"
Vlahovic torna quindi a parlare di sé e della Juve: "Ho ben chiaro quello che voglio. Diciamo che, un giorno, spero sia scritto nella storia. Detto questo, non mi pongo obiettivi troppo lontani: attualmente penso a crescere con la Juve. Pressioni? Parliamo di calcio, nella vita ce ne sono di molto più importanti, riguardano le persone che lavorano. Noi dobbiamo solo giocare con passione per la Juve".
Juve, Vlahovic: "La Champions League è tutt'altra storia..."
L'attaccante serbo ha dedicato anche qualche pensiero per Federico Chiesa: "Abbiamo condiviso lo spogliatoio tre anni alla Fiorentina e ora ci siamo ritrovato insieme alla Juve. Spero si riprenda presto dall'infortunio: non vedo l'ora di tornare a giocare con lui". E poi c'è la Champions League: "Ho segnato all'esordio contro il Villarreal, vero. E ho capito perché tutti dicano che giocare questa competizione rappresenti un'emozione unica. L'atmosfera è, in effetti, qualcosa di eccezionale. La prima partita vista in tv? Milan-Liverpool 3-3. Ma avevo 5 anni e, praticamente, me l'ha raccontata mio padre".
Juve, Vlahovic: dal basket al calcio, passando per la famiglia
Infine, gli aspetti personali: "Per me la famiglia viene prima di tutto: mi sono impegnato tanto nel calcio per renderla orgogliosa. Ho iniziato co basket, in Serbia è normale. Era la mia prima passione. Poi con gli amici ho provato il calcio e da lì non ho più smesso. La lingua italiana? Spero, un giorno, di arrivare a parlarla alla perfezione. Sono un chiacchierone, sono curioso, quando trovo una parola che non capisco ne chiedo sempre il significato. Sono espansivo, mi piace avere tanti amici".