Il retroscena di Sanchis: "Sono stato per due volte a un passo dalla Juve"

Il leggendario difensore del Real Madrid, intervistato da 'As', ha rivelato di essere stato vicino in due occasioni al trasferimento in bianconero, club poi battuto nella finale di Champions 1998 ad Amsterdam
Il retroscena di Sanchis: "Sono stato per due volte a un passo dalla Juve"© Inter via Getty Images
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Ci sono le bandiere, giocatori che hanno legato il proprio nome quasi unicamente a una squadra, le leggende, ovvero calciatori che hanno avuto anche la fortuna di alzare trofei e di vivere i momenti più fulgidi della storia della squadra di cui sono state bandiere, e poi ci sono le istituzioni, elementi il cui nome resterà connotato per sempre ad un certo club, a prescindere dal proprio palmares. Manolo Sanchis è una leggenda del Real Madrid, pur avendo vinto molto di meno, almeno a livello internazionale, rispetto ai giocatori che hanno indossato la maglia Blanca negli ultimi 20 anni.

Sanchis, il capitano della Settima del Real Madrid

Il mitico difensore centrale, o stopper come si diceva ai suoi tempi, prodotto del vivaio del Real e in prima squadra tra il 1983 e il 2001, terzo giocatore nella storia con il maggior numero di partite giocate, 523, dopo Raul (741) e Casillas (725) ha vinto otto edizioni della Liga, ma “solo” cinque titoli internazionali con il Real, gli ultimi tre dei quali ben oltre i 30 anni. Ma essere stato il capitano della Settima, ovvero la prima Champions League dell’era moderna del Real, vinta nel 1998 in finale contro la Juventus, a 32 anni dall’ultimo trionfo, quando ancora il trofeo si chiamava Coppa dei Campioni e in rosa c’erano Gento e Puskas è stata una soddisfazione impagabile.

"Il Real per me è stato come un padre"

Intervistato da ‘As’, Sanchis ha provato a spiegare cosa voglia dire rappresentare il “madridismo”, partendo da una curiosità, per poi svelare un “tradimento” inatteso…: “Io sono nato il 23 maggio ’65, il giorno in cui si giocava un Real-Atletico al Bernabeu. Forse qualcosa vorrà dire… Le Coppe Campioni del Real le ho viste tutte dal vivo, da tifoso, da giocatore o da spettatore. L’unica che ho perso è stata la nona, quella del 2002 con il gol di Zidane a Glasgow. Avevo smesso l’anno prima e non ce l’ho fatta, soffrivo troppo, presi una pausa dal calcio. Per me il Real è stato come un padre che ti fa camminare, ti guida nei primi passi della vita, forgia la tua educazione. Il Madrid ha formato il mio carattere”.

Il retroscena di Sanchis: "Agnelli mi voleva alla Juve"

Componente insieme a Butragueño, Martin Vazquez, Michel e Pardeza della famosa "Quinta del Buitre", il pokerissimo di giocatori prodotti del vivaio del Real lanciati in prima squadra da Alfredo Di Stefano, e unico di questi a svolgere tutta la carriera nel Real e a vincere due Champions, Sanchis ha anche svelato un curioso retroscena sul mancato trasferimento alla Juventus, proprio la squadra battuta nella finale di Champions ’98, che lo aveva cercato in due occasioni due volte: "Possibilità di cambiare squadre ne ho avute tante. Avevo offerte dalla Spagna, non solo dal Barcellona, ma sapevo che non era possibile migliorare... Con la Juventus ci sono state trattative in due occasioni. Nella prima Mendoza era con Agnelli nel box del Bernabéu e ricevette un assegno in bianco da firmare, ma disse che non ero in vendita. Io lo seppi dopo, gli dissi che avrebbe almeno potuto almeno dirmelo e mi rispose: "Ragazzo, sei uno str****, stai zitto". La seconda, quattro anni dopo, quando ero in trattative pe ril rinnovo, mi vidi con la Juve e promisi che se non avessi raggiunto un accordo con il Madrid avrei firmato per loro. Ho dei bei ricordi della Juve anche perché contro di loro vincemmo la Settima...".


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