De Ligt, addio alla Juve: altro che nuovo Chiellini!

Dopo tre anni esatti a Torino il centrale olandese ha scelto la Germania e il Bayern Monaco: doveva essere il nuovo leader della difesa
De Ligt, addio alla Juve: altro che nuovo Chiellini!© EPA
Filippo Bonsignore
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TORINO - Tre anni esatti per dirsi addio. Evidentemente il 18 luglio è un giorno particolare per la carriera di Matthijs De Ligt. Nel 2019 veniva annunciato dalla Juve, capace di strapparlo alla concorrenza di mezza Europa, e del Barcellona in particolare, con un investimento ingente pari a 85,5 milioni. Ieri, 18 luglio 2022, l’olandese ha salutato tutti ed è volato a Monaco di Baviera per legarsi al Bayern fino al 2027. La giornata si è snodata nell’attesa che tutte le tessere del puzzle andassero a posto. All’ora di pranzo, alla Continassa è sbarcata Rafaela Pimenta, l’avvocato che cura gli interessi del giocatore, per sistemare gli aspetti burocratici. De Ligt, intanto, nel pomeriggio ha svolto l’ultimo allenamento con la sua ormai ex squadra e, poco prima delle 18, ha lasciato il centro sportivo, non prima di aver firmato autografi e scattato selfie con i tifosi presenti. Pollice in alto, un sorriso ben diverso da quello di qualche giorno fa quando si era presentato per le visite mediche, Matthijs ha poi raggiunto, insieme alla compagna AnneKee, l’aeroporto di Caselle. Ad attenderli, l’avvocato Pimenta, l’unica a parlare: «L’affare con il Bayern si farà. Matthijs è molto contento, così come Pogba (altro suo assistito, ndr). Dobbiamo ringraziare la Juve che è stata veramente bravissima». E poi via sul jet privato in direzione Monaco per le visite mediche e la firma del contratto.

Cambia tutto

Tre anni esatti dopo, quindi, cambia tutto. Con l’arrivo di De Ligt, la Juve aveva iniziato ad impostare il rinnovamento della difesa. Matthijs avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Chiellini e diventare il capitano del futuro. L’olandese, d’altra parte, era stato identificato anche dal presidente Agnelli come una delle basi del rilancio, insieme a Locatelli, Chiesa e Vlahovic, dopo l’ultima, deludente stagione chiusa per la prima volta senza titoli dopo un decennio. E proprio questo trend calante in cui la Juve si è avvitata negli ultimi due anni ha incominciato ad andare stretto a De Ligt. «Guardo sempre a ciò che è meglio per me in termini di progetto sportivo. Il quarto posto consecutivo per due volte non basta, dovremo fare dei passi avanti»: così parlava Matthijs soltanto una quarantina di giorni fa, iniziando ad instillare dubbi sul rinnovo del suo contratto in scadenza nel 2024. Dichiarazioni profetiche, confermate nei fatti nelle settimane successive, quando il confronto tra le parti per il prolungamento si è arenato. Fino alla rottura, clamorosa, consumatasi quando De Ligt ha chiesto la cessione.

Svolta

Si è scatenata quindi la caccia all’olandese, con protagonisti pesi massimi del calibro di Chelsea, Manchester City e Manchester United. A vincere però è stato il Bayern Monaco, cui Matthijs si era promesso in tempi non sospetti. Serviva però ancora un passaggio, il più importante: l’accordo tra i club. La Juve ha subito posto il traguardo a 90-100 milioni, ha respinto la prima proposta bavarese da 60 milioni più 10 di bonus, ha ridotto le richieste a 80 milioni più bonus e ha atteso il rilancio decisivo. Arrivato subito dopo che il Bayern ha completato la cessione di Lewandowski al Barcellona. La svolta è arrivata domenica sera, con l’intesa tra le società proprio a quota 80 milioni, proprio come voluto dalla Juve.


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