TORINO - Pogba, l’ora delle riflessioni. La Juve e la Francia restano con il fiato sospeso, in attesa che Paul sciolga la riserva e decida il percorso terapeutico migliore per risolvere la lesione al menisco esterno del ginocchio destro rimediata in allenamento, all’alba italiana di domenica scorsa, durante la tournée negli Stati Uniti. Nelle prossime ore, infatti, si potrebbe avere qualche risposta in più in modo da iniziare ad avere un’idea più nitida, sia sul tipo di intervento, sia sui tempi di recupero, grazie ad una serie di consulti cui il giocatore si sottoporrà. Il Polpo ha preso tempo, dopo lo choc dell’infortunio che ha interrotto bruscamente l’avvio della sua seconda vita juventina. Dall’entusiasmo dei primi giorni di ritiro e della prima amichevole americana al buio di un nuovo inconveniente fisico, che si va ad aggiungere alla lunga serie che il giocatore ha sopportato nel corso dell’ultimo triennio. Pogba è rientrato in Italia, dopo il primo consulto effettuato a Los Angeles in cui è stata diagnosticata la lesione e che avrebbe evidenziato un quadro clinico più serio del previsto.
Infortunio Pogba, la reazione dei tifosi
Juve, nodo Pogba
Il nodo riguarda la specificità del problema - il menisco laterale richiede maggiori cautele rispetto a quello mediale - e il tipo di rimedio da adottare. Una decisione che ha naturalmente conseguenze sui tempi di recupero e quindi sulle prospettive stagionali del giocatore. Ci sono i Mondiali a metà novembre e Paul vorrebbe presentarsi in Qatar per difendere il titolo conquistato quattro anni fa in Russia. La sua presenza, però, dipende proprio da come si interverrà sul suo ginocchio. Ed è su questo che il giocatore riflette, tanto che ha in programma una serie di consulti specialistici per approfondire l’argomento e avere un quadro completo di “costi e benefici” di ciascuna soluzione a disposizione. Le strade possibili sono due. Per risolvere questo tipo di lesione, si può ricorrere ad una “meniscectomia”, ovvero alla rimozione della parte lesionata del menisco, oppure alla sutura, cioè la ricucitura della zona lesionata. Con la meniscectomia, Pogba sarebbe costretto ad un’assenza tra i 40 e i 60 giorni, come nell’ipotesi emersa inizialmente, ma non risolverebbe completamente il problema, perché potrebbe generare futuri problemi ad articolazioni e cartilagini, tanto che servirebbe sempre un tono muscolare adeguato per sopportare la situazione. L’intervento di sutura, invece, sarebbe orientato alla protezione del ginocchio, darebbe più garanzie di guarigione completa ma comporterebbe un tempo di recupero in pratica doppio, attorno ai 4 mesi. Eventualità che lo costringerebbe a saltare i Mondiali.
Pogba, i dubbi
Ora Pogba ascolterà diversi specialisti del settore, a partire dal professor Bertrand Sonnery-Cottet, il luminare di Lione che ha recentemente operato Zlatan Ibrahimovic. Non sarà l’unico parere di cui il centrocampista disporrà: dovrebbe affidarsi pure alla consulenza del professor Roberto Rossi, ortopedico del JMedical, e di Cristian Fink, altro peso massimo del settore di base a Innsbruck, che ha operato, tra gli altri, Chiellini, Zaniolo, Demiral e Chiesa. Al termine di questo percorso di confronto con i migliori esperti, Paul tirerà le somme e sceglierà, in accordo con la Juve, quale percorso intraprendere. A quel punto sarà più chiaro lo scenario cui il giocatore, il club bianconero e la Nazionale francese andranno incontro. Con uno stop di circa due mesi, Pogba salterebbe 9 partite e potrebbe andare in Qatar con la Francia; altrimenti l’orizzonte si sposterebbe al 2023. A breve, quindi, la verità.