TORINO - Alla fine è rimasta anche la sensazione di essere arrivati a tanto così dal pareggio. E, considerato come era iniziata la serata al Parco dei Principi, con due gol di Mbappè in ventidue minuti, la Juve può sorridere. E ripartire da quel secondo tempo in cui è entrata in scena, dopo aver subito le ondate dei fenomeni del Paris Saint Germain.
È stata una Juve diversa, più intraprendente, più coraggiosa. Una squadra che giocava e non speculava, che rischiava, quello sì, ma ribatteva colpo su colpo. Così ha iniziato la rimonta con McKennie e l’ha sfiorata poi con Vlahovic e Locatelli.
“Ripartiamo da qui - invita Max Allegri - nel finale avremmo potuto ottenere un risultato positivo. Dobbiamo essere arrabbiati per l’occasione persa. Nel primo tempo avevamo troppa paura, avevamo preparato un piano partita più aggressivo e lo abbiamo fatto nel secondo tempo. Dobbiamo dare continuità nei 90 minuti”.
Ecco una delle chiavi, al netto della superiorità tecnica evidente del Psg che ha fatto la differenza. Il trend attuale della Juve è di fare le cose a metà: in campionato solitamente parte forte e poi tira il freno a mano (Roma, Spezia, Fiorentina); l’esordio in Europa ha ribaltato il canovaccio. Avvio da dimenticare e poi crescita. Una Juve a metà, insomma, che non riesce a trovare quella continuità che chiede il suo tecnico.
Coraggio, atteggiamento propositivo, gioco verticale: questa è la strada. Con la soluzione del tandem Vlahovic-Milik che piace perché aggiunge peso e soluzioni offensive; il feeling tra i due non può che crescere. Così come Paredes, che sta piano piano prendendo le redini della squadra: 102 palloni toccato a Parigi dall’argentino. C’è vita, insomma, oltre Mbappè.