Juve, tutti i numeri della crisi: a Monza c'è da vincere il 'mal di trasferta'

Possesso palla, quasi sempre sterile, e passaggi riusciti in zone non decisive: le cifre  dopo 6 giornate di Serie A inchiodano la squadra di Allegri, che non vince lontano da casa da 146 giorni
Juve, tutti i numeri della crisi: a Monza c'è da vincere il 'mal di trasferta'© LAPRESSE
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La crisi della Juventus, parzialmente mascherata dalle polemiche seguite al rocambolesco finale della partita contro la Salernitana, è deflagrata con il crollo subito in Champions League contro il Benfica, vittorioso per 2-1 all’Allianz Stadium al termine di una gara in cui per predominio territoriale e numero di occasioni create i portoghesi hanno letteralmente dominato, in particolare dal 30’ in avanti.

Juve, quando le partenze sprint non bastano

Il refrain del primo mese di stagione della Juventus è stato sempre lo stesso: quasi sempre partenze sprint con gol del vantaggio pressoché immediato (la rete di Milik alle Aquile è stata la quarta realizzata dai bianconeri in stagione entro i primi 10 minuti dopo quelle dello stesso polacco alla Fiorentina e di Vlahovic su punizione contro Roma e Spezia), poi progressivo abbassamento dei ritmi e conseguentemente del baricentro con inevitabile avanzamento delle linee degli avversari, che hanno finito per schiacciare quelle bianconere.

Giro palla difensivo e pochi tiri in porta: la Juve non sfonda

Contro avversari come Sassuolo, Sampdoria e Spezia, e in parte la Fiorentina, il difetto è stato mascherato dalla sterilità offensiva altrui, mentre la Roma e lo stesso Benfica hanno presentato un conto più o meno salato ad Allegri. Dall’altro lato, la rimonta contro la Salernitana dopo l’inizio shock ha evidenziato che il problema non sembra essere di natura fisica, visto che, seppur non sempre in modo coerente ed ordinato, la Juve contro i granata ha corso eccome fino al 100’. Il problema è tecnco-tattico, come ben chiarito da alcuni numeri emersi dopo le prime sei giornate di campionato. La Juve è infatti nella top ten, e comunque sempre ben sotto i primi cinque posti, solo in tre classifiche, quelle sui tiri totali, sul possesso palla e sui passaggi riusciti, tutte piuttosto poco indicative circa l’indice di pericolosità di una squadra. Anzi, questi numeri evidenziano proprio i mali della seconda Juve dell’Allegri-bis, il cui giro palla quasi sempre difensivo è troppo lento e sterile, permettendo alle linee avversarie di compattarsi per poi concedere ai bianconeri solo conclusioni poco pericolose, se è vero che la distonia tra gli 80 tiri totali e i soli 23 nello specchio è evidente.

Juve e Vlahovic, quel mal di trasferta che preoccupa

Dopo la batosta in Champions la Juve dovrà cercare tre punti vitali a Monza contro l’ultima della classe per evitare di trascorere una sosta di campionato in piena bufera. All’U-Power Stadium contro la squadra dell’ex Raffaele Palladino, al debutto su una panchina di Serie A, i bianconeri dovranno però sconfiggere un altro “nemico”, il mal di trasferta che affligge la squadra di Allegri da ormai diversi mesi. La Juve è infatti l’unica delle big del campionato a non aver ancora vinto lontano da casa: nelle ultime quattro gare esterne in A i bianconeri hanno raggranellato appena due punti, quelli contro Sampdoria e Fiorentina in questo campionato, dopo i ko contro Genoa e la stessa Viola che avevano chiuso la Serie A 2021-’22. Il successo esterno manca da 146 giorni, dal 2-1 al Sassuolo del 25 aprile. L’ultimo digiuno così lungo fuori casa in Italia risale al periodo marzo-settembre 2010. Un chiaro segnale sulla scarsa personalità nel gioco della squadra, che si riflette anche nelle prestazioni dei singoli e in particolare di Dusan Vlahovic. In questo campionato il serbo ha finora segnato solo in casa, quattro gol su quattro: la sua ultima rete in trasferta risale al 9 aprile 2022, contro il Cagliari.


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