Juve, ecco perché Rabiot è diventato il fedelissimo di Allegri

Nel nuovo centrocampo Adrien è diventato un fedelissimo: 6 partite da titolare, più inserimenti offensivi e anche conclusioni. Detto, fatto
Juve, ecco perché Rabiot è diventato il fedelissimo di Allegri© Juventus FC via Getty Images
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Filippo Bonsignore 

TORINO - Strano il destino. Neanche un paio di mesi fa, Adrien Rabiot era praticamente fuori dalla Juve. Eravamo a metà agosto, con il campionato in decollo e il mercato che si affacciava alla sua fase finale e decisiva. All’orizzonte c’era il Manchester United, che si era mosso decisamente per il francese, anche con un viaggio a Torino per completare l’affare. E, invece, nulla da fare: Rabiot è rimasto in bianconero, pronto a iniziare una nuova scalata. Perché non era certo nelle grazie dei tifosi, non soddisfatti del suo rendimento, troppo altalenante da quando è arrivato in Italia rispetto alle sue qualità. L’indice di gradimento si alzava decisamente, se a parlare di lui era Massimiliano Allegri. Il tecnico non ha mai avuto dubbi sulle potenzialità dell’ex Psg e infatti il tecnico ha avuto un ruolo nella sua permanenza. Tanto che, da alcune confidenze diventate di dominio pubblico, è emerso che Max aveva pensato di costruire su Adrien, oltre che su Pogba e Paredes, il nuovo centrocampo. Curioso, comunque, considerando che la società stava facendo di tutto per disfarsi del francese in modo da ottenere risorse fresche da dirottare sul mercato in entrata, ma tant’è.

Il destino di Rabiot

Strano il destino, perché da quel momento la traiettoria di Rabiot è cambiata completamente. Da indesiderato a punto fermo, il passo è stato brevissimo. E i fischi si sono trasformati in applausi, convinti, come non si vedeva da tempo. Adrien è sempre più un fedelissimo di Max, che non vi rinuncia mai quando è a disposizione: 6 presenze e tutte da titolare in stagione. «Sto dando sempre il cento per cento sul campo e in allenamento, per questo il mister si fida di me e io sono contento perché mi sento molto bene in questo gruppo: per lui è importante avere un giocatore che può dare equilibrio alla squadra. E posso anche segnare, come ho dimostrato con il Maccabi». Già, perché la parabola crescente di Rabiot adesso prevede pure i gol. Allegri lo ha sempre invitato e stimolato a cercare inserimenti offensivi e conclusioni e in Champions League ha ottenuto il premio. Doppietta, addirittura, per Adrien, la prima in bianconero e la seconda in carriera; un bel modo, non c’è dubbio, per interrompere un digiuno di reti che durava dal maggio dell’anno scorso, da ben 50 partite. «Una doppietta l'avevo già realizzata con il Paris Saint Germain contro il Tolosa. Sono contento di aver segnato ma per me non è la cosa più importante, conta vincere. Fare gol è importante anche per la fiducia, mi piace naturalmente, ma conta che lo faccia la squadra non tanto il marcatore. Stavolta è toccato a me e sono contento. In Italia però si parla solo dei gol ma, se per novanta minuti sbagli tutti i passaggi, non serve a nulla».

La svolta in Champions

Di errori i bianconeri ne hanno comunque commessi contro il Maccabi, rischiando di pregiudicare una vittoria fondamentale. Problemi da correggere in fretta: domani c’è il Milan, poi viaggio a Haifa per tenere in vita la Champions. Adesso la Juve ha un Rabiot trasformato, che sembra arrivato davvero alla svolta tanto attesa. «Questo per me può essere un punto di ripartenza. I due gol possono aiutarmi, avevamo bisogno di questa vittoria sul Maccabi. Anche la squadra è sulla strada giusta, nonostante nel secondo tempo abbiamo giocato meno bene che nel primo. Ci siamo parlati e ci siamo detti che alla Juve non si poteva giocare come stavamo facendo. Abbiamo cambiato atteggiamento». È cambiato anche Adrien, che adesso sembra davvero trasformato e un punto di forza: e chissà se ora si potrà riaprire il discorso del rinnovo del contratto in scadenza nel 2023… 


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