Juve, Allegri e l'errore del secolo

Juve, Allegri e l'errore del secolo© LAPRESSE
di Italo Cucci
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24 luglio 1923. È la data fatidica. Quella che segna la svolta per la Juventus di Torino. E per la famiglia Agnelli. È il giorno in cui il cavaliere Edoardo, dottore in legge, diventa presidente della società bianconera subentrando a Gino Olivetti. La Juve ha già ventisei anni, ma in dote porta un solo trionfo in campionato, quello conquistato nel 1905. Il figlio del senatore Giovanni, fondatore della Fiat, è di poco più grande. È innamorato e ha entusiasmo e idee. «Il matrimonio si fa». Queste le prime righe del libro che ho appena finito di scrivere - dedicato ai cent’anni del matrimonio Agnelli-Juve - e le accompagna la prima di centinaia di foto dello studio di Salvatore Giglio, per quarant’anni fotografo ufficiale della Signora: il Senatore Giovanni Agnelli posa con aria solenne e compiaciuta accanto al giovane figlio Edoardo che non nasconde la felicità con un sorriso furbetto. È il primo di un secolo di sorrisi trasmessi al popolo bianconero dall’Avvocato, dal Dottore, da Andrea

Juve, Allegri e l'errore del secolo

Se non fossi certo della fatidica data trasmessa dalle note ufficiali, sarei tentato di spostarla di un anno. Perché con l’aria che tira, il 24 luglio del 2023 la Juventus potrebbe trovarsi senza scudetto, senza Champions e addirittura assente dalla Coppa23-24. Un disastro con rari precedenti. Il presidente Andrea Agnelli ha appena comunicato al suo staff - e agli azionisti - situazione e strategie, soprattutto il futuribile, ma la cronaca incombe e il bilancio in rosso si traduce nel tradizionale, fin banale ballo della panchina, imputato Massimiliano Allegri, il supereroe dei cinque scudetti consecutivi che hanno nominato Andrea recordman della Famiglia che ne vanta complessivamente trentasei. (Per quelli cancellati da Calciopoli, la pratica è ancora aperta, fra una settimana, il 18, sarà il Tar del Lazio a deciderne il destino finale).

Juve, Allegri in un mare di guai

Colpevolissimo Max, dunque? Pur essendo critico di certe sue incongrue scelte - prima la difficoltà di convivere con Paulo Dybala - credo che sarebbe sommamente ingiusto attribuirgli tutti i disastri del suo Secondo Tempo juventino. Allegri è tornato sulla panchina bianconera a furor d’azienda, incancellabile il siparietto televisivo che lo vede intrattenersi… allegramente con John Elkann, il Padrone, l’ex ragazzo timido divenuto leader duro, inflessibile. Insoddisfatti di Sarri - non era uno dei loro - e di Pirlo, per mancanza di coraggio e soprattutto per insana voglia di straripanti successi già mostrata con l’acquisto di Ronaldo, Andrea e i suoi più stretti collaboratori hanno azzerato il progetto varato (o solo pensato) con la rinuncia al primo Allegri che ha accettato il ripensamento guidato dall’orgoglio. Per questo ha rinunciato al Real. Per questo è in un mare di guai. Ma se Maccabi, Benfica e Psg dovessero annunciare il primo naufragio, temo che gli incerti naviganti, impossibilitati a lanciare sos a chissachí, certo non all’impassibile John, dovrebbero stringere un patto di solidarietà per salvare il salvabile. Innanzitutto la faccia della Signora di famiglia, prossima a celebrare il suo primo secolo di vita.


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