La rinascita della Juve: il piano di Allegri

Sette esami per il tecnico bianconero prima della sosta per i Mondiali
La rinascita della Juve: il piano di Allegri© Juventus FC via Getty Images
Filippo Bonsignore
4 min

TORINO - Il derby per rimettersi in marcia; altre sette partite per confermarsi. La parola d’ordine in casa Juve è continuità, sconosciuta finora in questa stagione vissuta, come la scorsa, in modo preoccupante sull’altalena. Empoli, Benfica, Lecce, Psg, Inter, Verona e Lazio prima della sosta per i Mondiali: questa la road map che Massimiliano Allegri auspica porti alla definitiva rinascita. Il tecnico ha ritrovato la squadra nel passaggio più delicato della sua storia juventina, dopo che si era toccato il fondo a Haifa, e proprio la vittoria sul Torino deve rappresentare il punto di (ri)partenza, il primo passo di un nuovo percorso.

Caratteristiche

Cancellare la “vergogna” di Champions League era l’imperativo per i bianconeri: missione compiuta e i tre punti non sono l’unica eredità positiva del derby. Certo, per dire che la Signora è tornata quella di un tempo ci voglio ancora diverse conferme perché tutti quegli errori tecnici visti nel primo tempo sono la testimonianza che non tutti i problemi sono stati superati, anzi. L’aspetto più significativo in prospettiva, invece, è che la Juve ha ritrovato nel momento più difficile caratteristiche fondamentali che sembravano perdute. La compattezza, l’unità del gruppo, la personalità, la voglia di emergere dal baratro, l’applicazione, l’atteggiamento. La squadra è stata “dentro” la partita per novanta minuti, senza amnesie, senza cali di tensione che tanto sono costati finora. Proprio come aveva chiesto Allegri.

Modulo

Pure l’aspetto tattico non è da sottovalutare perché, se è vero che Max non ama riassumere tutto nei numeri del sistema di gioco, è indubbio che tornare al 3-5-2 abbia ridato al gruppo vecchie sicurezze. La difesa a tre consente a Bremer (che ora dovrà comunque fermarsi per venti giorni per infortunio) e Bonucci di essere maggiormente a proprio agio e di aggiungere sostanza in mediana. Le mezzali diventano fondamentali per gli inserimenti in fase offensiva, così come lo è il lavoro degli esterni a tutta fascia. Qui c’è da lavorare perché McKennie e Cuadrado hanno commesso troppi errori e sono stati troppo poco incisivi, mentre Kostic ha ritrovato il passo giusto, facendo la differenza nella ripresa con una serie di iniziative pericolose sulla sinistra, tra cui gli assist per Kean e Vlahovic.

Protagonisti

Danilo si è confermato un leader a tutto tondo, come testimoniano il discorso nel pre-partita ai compagni e il suo rendimento in campo, ma pure lo stesso Vlahovic è sembrato essere sulla buona strada per imitare il compagno brasiliano. Allegri ha ritrovato pure vecchi protagonisti che sembravano avvitati nelle difficoltà. Alex Sandro, in primis, che è apparso rinato giocando da centrale mancino della difesa a tre, e poi Locatelli, di nuovo un fattore da regista con licenza di inserirsi; prova ne sono le due occasioni in cui è andato vicino al gol. Altri campioni, in ogni caso, sono in arrivo: Chiesa e Pogba stanno per rientrare gradualmente a disposizione e Max attende il loro impatto positivo naturalmente sul lungo periodo più che sul breve. Saranno come due nuovi acquisti sopratutto alla ripresa di gennaio dopo i Mondiali. La Juve prova a tornare ad essere Juve, insomma. Sarà vera gloria? All’Empoli, che l’anno scorso aprì la crisi al ritorno di Max in bianconero, l’ardua sentenza.


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