Juve, Chiesa ringhia: il ritorno che fa bene ad Allegri

Entra nella ripresa, spinge e cerca il gol: i’infortunio ora è soltanto un brutto ricordo
Juve, Chiesa ringhia: il ritorno che fa bene ad Allegri© Juventus FC via Getty Images
Filippo Bonsignore
3 min

TORINO - Rieccolo! Sì, è proprio lui, Chiesa. È tutto vero, Fede è tornato e allo Stadium è festa grande perché la Juve ritrova un campione che tanto le è mancato in questi lunghissimi dieci mesi di assenza e perché i bianconeri, pur perdendo, si aggrappano al salvagente chiamato Europa League grazie alla vittoria del Benfica sul Maccabi Haifa. C’è ancora spazio per la Signora sul palcoscenico continentale, insomma, nonostante si chiuda la peggiore avventura di sempre ai gironi di Champions League con cinque sconfitte in sei gare ma i bianconeri hanno riconquistato l’applauso dei propri tifosi. La gioia della serata, in ogni caso, è incastonata al minuto 74. Federico ricompare accanto al quarto uomo, lancia via la pettorina, abbraccia Miretti che lascia il campo e lo Stadium esplode: 297 giorni dopo, l’incubo è finito.

Sorpresa

Rieccolo, quindi. Chiesa è tornato. A sorpresa, se vogliamo, perché alla vigilia Max Allegri aveva rinviato a data da destinarsi l’appuntamento. Non è ancora pronto, era stato il riassunto del tecnico, serve altro tempo. E invece no, il momento è ora. Fede torna a giocare a quasi dieci mesi dal terribile infortunio al ginocchio sinistro dell’Olimpico di Roma che lo aveva gettato nel tunnel. Era il 9 gennaio scorso e da quel momento era iniziata la lunga rincorsa di Federico. Un tragitto fatto di impegno, lavoro, abnegazione, momenti difficili, come quello vissuto a cavallo dell’estate, che gli ha impedito di tornare a settembre, come inizialmente previsto. Nelle ultime settimane, l’ex viola era tornato ad allenarsi in campo: prima da solo e poi in gruppo, anche con i ragazzi della Under 19 e della Under 17 per ritrovare la migliore condizione. Un paio di collaudi in amichevole ma il percorso non era ancora concluso. Nonostante il chiarimento della vigilia, però, Allegri aveva stupito già ieri mattina, inserendo il nome di Chiesa tra i convocati. Si pensava ad una chiamata semplicemente per far riassaporare all’attaccante il clima partita e invece nel pre-gara Max era andato ben oltre: «Federico ieri ha fatto un bell'allenamento, l'unica mia preoccupazione era quello di vederlo ancora bloccato a livello mentale, invece ha fatto un buon test e mi è venuta l’ispirazione di portarlo in panchina. Magari può essere la serata adatta…». E così è stato. Chiesa si è posizionato alle spalle di Milik, svariando poi sulla sinistra nella zona di Hakimi, e nel quarto d’ora del suo nuovo inizio ha regalato un paio di accelerazioni, un tentativo di tiro strozzato e ha reclamato un rigore per uno scontro con Marquinhos. «Fede ha tanta voglia ma va gestito fino al Mondiale; ci prendiamo tempo per averlo nelle migliori condizioni a gennaio» il commento di Max a fine partita. Si può già sorridere, comunque, e commuoversi. Perché al fischio finale Fede incrocia Mbappé: i due si abbracciano e si scambiano la maglia. Da “7” a “7”, il futuro è adesso. Il buio lascia spazio alla luce di una notte umida e sportivamente abbastanza amara. Chiesa e l’Europa League sono il punto di ripartenza per la Juve.


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