Vlahovic, effetto Qatar: la Juve lo aspetta al top

Di Maria vola e da Dusan arrivano ottimi segnali: situazioni che stridono con le ultime settimane in bianconero
Nicola Balice
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TORINO - Qualcuno che storce il naso ci sarà, dentro e fuori dalla Continassa. Sapere che Dusan Vlahovic sta meglio è ovviamente una bella notizia per tutti. Così come sapere che si allena regolarmente con la Serbia fin dal suo arrivo, che salvo nuovi imprevisti sarà anche titolare già al debutto con il Brasile previsto per giovedì 24 novembre. Ma riavvolgendo il nastro, considerando le cinque partite consecutive saltate invece con la Juve a causa di quella pubalgia che non gli dava tregua, c'è anche qualcuno che storce il naso. Un po' come fatto guardando le magie di Angel Di Maria con la maglia dell'Argentina nell'amichevole di ieri della Seleccion: subito titolare El Fideo, subito tirato a lucido pur essendo tornato a disposizione solo nelle ultime settimane e mai per più di uno spezzone agli ordini di Max Allegri. Che a proposito di Vlahovic, ancora a ridosso del match con la Lazio, aveva dichiarato non senza amarezza: «Non se la sente, non sta bene. Ha effettuato una parte dell'allenamento e sta fuori. Il Mondiale non è un fattore, bisogna essere fatalisti. Magari al primo allenamento uno si ferma e salta il mondiale lo stesso, non penso a lui ma parlo in generale. Abbiamo parlato, non è sereno, portarlo in panchina servirebbe solo se riuscisse a essere d'aiuto alla squadra. Ora non è nelle condizioni». Punto. Domenica non era nelle condizioni nemmeno per uno spezzone con la Lazio, lunedì era già considerato pronto dal ct Dragan Stojkovic, che dichiarava così a proposito di Vlahovic e dell'altro attaccante titolare Aleksandar Mitrovic: «A nessun allenatore piace quando i suoi giocatori sono infortunati, sono fuori dalla squadra da un periodo lungo. Credo che saranno pronti, ci stiamo lavorando. Non ho dubbi che faranno del loro meglio per essere pronti».

Juve, tutto o niente

Non è stata semplice la gestione di Vlahovic, rimasto a riposo dal 25 ottobre per quella pubalgia con cui è stato costretto a convivere ormai da tempo. Ha stretto i denti per tutta la seconda parte della scorsa stagione, il dolore lo ha condizionato nei primi passi in bianconero fino alla decisione di fermarsi al termine del campionato: niente Nations League in quel caso, vacanze rimandate per lavorare tra Torino e la sua Serbia. Poi un precampionato complicato, saltate le prime amichevoli, da agosto costretto ad accelerare per assenza di alternative, giocando sempre e comunque: fino allo stop di Lisbona aveva saltato solo una partita (a Firenze), fino allo stop di Lisbona era il giocatore più impiegato da Allegri. Non si era mai risparmiato nonostante non fosse al meglio, nonostante il Mondiale si avvicinasse. Poi però da quando ha chiesto il cambio al 70’ di Benfica-Juve, non è più tornato in campo: tentativi a vuoto per esserci col Psg, poi soprattutto con l'Inter, ancora col Verona e infine con la Lazio. Niente da fare. Per il Mondiale però sarà pronto: bella notizia, anche se qualcuno che storce il naso forse ci sarà.


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