Sica: “Caso Juve? Quello che sta emergendo non si risolve con un’ammenda”

Parla l’esperto di giustizia sportiva, ex membro della Corte d’Appello Figc e Professore di Diritto Privato all'Università di Salerno
Sica: “Caso Juve? Quello che sta emergendo non si risolve con un’ammenda”
Giorgio Marota
3 min

ROMA - «Commentiamo fatti da riflessi giornalistici. Quindi potrebbe esserci molto di più di quanto appare o magari meno». E ancora: «Se i fatti emersi dalle intercettazioni corrispondono al vero, ed è logico credere che sia così, non c'è dubbio che la giustizia sportiva si attiverà». Fatte le dovute premesse, il prof. Salvatore Sica entra nelle viscere del caso Juve, presentando un elemento di novità: «Molti si concentrano solo sull'illecito amministrativo, ma anche ai sensi dell'articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva quello che sta emergendo non si risolverebbe con una semplice ammenda». Sica, tra i massimi esperti di diritto dello sport nonché docente ordinario di diritto privato presso l'Università di Salerno, conosce bene la materia avendola trattata da componente della Corte d'Appello della Federcalcio. 
 
Professore, quindi la Juve rischia penalizzazioni o addirittura la retrocessione? 

«Concretamente penalizzazioni, sì. Ma è difficile affermarlo con certezza ora, nessuno può spingersi a dire quale sarebbe la corretta sanzione». 
 
Si contesta l'illecito amministrativo.


«Sulla base dell'articolo 31 del codice sembra emergere che vi sia una rappresentazione amministrativo-contabile diversa dalla realtà effettiva». 
 
Si discute molto sugli accordi privati siglati dalla Juve.

 «La presenza di accordi riservati all'interno della società, tra la società e altre società, tra le società e i calciatori, addirittura consacrati in accordi scritti non depositati in sede federale, hanno tutti una rilevanza molteplice. Può essere invocato l'articolo 4.1 che cita i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto». 
 
Il mancato deposito degli atti privati violerebbe questi principi? 

«Ovviamente sì. E poi in linea teorica potrebbe esserci un’aggravante». 


 
Quale?

 «Quella dell'art. 14, comma 1, lettera C: “aver indotto altri a violare le norme e le disposizioni federali di qualsiasi rango o a arrecare danni all’organizzazione federale”. Su questi accordi la Juve potrebbe rispondere sia di responsabilità diretta sia oggettiva». 
 
E le plusvalenze? Possono ancora essere giudicate dai tribunali sportivi? 

«Il tema è abbastanza coperto dal giudicato, ma stanno emergendo elementi nuovi che potrebbero mettere in discussione il teorema secondo cui non c'è un valore oggettivo dei calciatori». 
 
Cosa dobbiamo aspettarci dall'inchiesta Uefa? 

«Tempestività. Ritengo che la Uefa chiederà l'acquisizione dello stesso materiale di cui dispone già la procura federale. La sanzione più grave sarebbe l'esclusione per un periodo dalle competizioni, ma c'è anche la possibilità di un blocco del mercato». 
 
Crede che possano essere coinvolte altre società? 

«Ritengo di sì».


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