L'analisi della relazione finanziaria con la quale la Juve, società quotata in Borsa, informa il mercato sui rischi potenziali; i rilievi dei revisori dei conti e del collegio sindacale; le possibili conseguenze dell'inchiesta aperta dall'Uefa il primo dicembre scorso per una presunta violazione del fair play finanziario: sono questi i tre nuovi capitoli di giornata del caso che scuote il Sistema Calcio Italia e non soltanto il club bianconero. Il quale, è doveroso sottolinearlo sempre, non perde occasione per rimarcare la correttezza del proprio comportamento. L'ha fatto anche commentando i rilievi di Deloitte: "La Juventus resta convinta di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry".
Secondo i revisori dei conti e i sindaci, invece, il bilancio, conforme e redatto sì a norma di legge, non ha conteggiato l'effetto della manovra stipendi al tempo della pandemia: ergo, la perdita d'esercizio al 30 giugno 2022 risulta sovrastimata di 44 milioni di euro e il patrimonio netto sovrastimato di 5 milioni. Tuttavia, il capitolo più delicato riguarda il futuro, in considerazione delle inchieste in corso: "La società rimane esposta a potenziali impatti negativi, anche significativi sulla reputazione nonché sulla situazione economica, patrimoniale. e finanziaria dell'emittente e del gruppo", con i rischi connessi all'ordinamento sportivo e al mancato rispetto dei parametri di Financial Sustainability Uefa e degli indici stabiliti dalla Figc. Per non dire del contenzioso Superlega che espone "il gruppo al rischio di sanzioni, esclusione o limitazione all'accesso alle competizioni Uefa". C'è di più. Nero su bianco si legge: "La Juve potrebbe non essere in grado di partecipare alle competizioni nazionali e/o europee se in futuro non fosse in grado di rispettare i parametri del fair play Uefa".