Zidane, il futuro dritto al cuore: i nuovi scenari e il dilemma

Il centro sportivo Z5 da sei anni è il suo avamposto su Torino. Il ritorno in bianconero? Un sogno, come lo sarebbe diventare ct
Xavier Jacobelli
4 min

Il centro sportivo è splendido e funzionale: si chiama Z5, è ubicato a Mappano, comune di 7.396 abitanti, Città Metropolitana di Torino. Zinedine Zidane l’ha inaugurato il 2 giugno 2016. Erano presenti, fra gli altri, Beppe Marotta, Ciro Ferrara, Nicola Amoruso, Mark Iuliano. Se cliccate sul sito z5.com trovate il video di presentazione e Zizou dice: «La Juve è sempre nel mio cuore». Parole vere, così come Zidane è sempre nel cuore della Juve (151 presenze e 24 gol fra il ‘96 e il 2001, 2 scudetti, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Uefa, 1 Supercoppa italiana, 150 miliardi di lire nelle casse societarie quando il francese venne ceduto al Real Madrid).

Anche Didier Deschamps appartiene alla storia bianconera. Per due volte: la prima da giocatore, con cinque anni filati, tre dei quali condivisi con Zidane e una sfilza di trofei (3 scudetti, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Uefa, 2 Supercoppe Italiane e 1 Coppa Italia); la seconda da allenatore, nell’anno da tregenda 2006 sfociato nel 2007 con la riconquista della Serie A dopo il primo e ultimo campionato di B, vinto con tre giornate d’anticipo sotto la guida del signore nato a Bayonne, città basca in territorio francese, regione Nuova Aquitania, dipartimento dei Pirenei Atlantici.
Zidane ha 50 anni, Deschamps 54. Il primo era il faro della Francia campione del mondo ‘98 e campione d’Europa 2000, capitano Deschamps. L’uno e l’altro sono legati da un curioso destino che da un quarto di secolo si diverte a essere cangiante, con le sue tinte bianconere e blu. Se Messi non avesse rotto le uova nel paniere, in Francia erano certi: la staffetta Deschamps-Zidane sarebbe scattata la sera stessa del 18 dicembre: Didier campione del mondo per la seconda volta consecutiva (come Vittorio Pozzo nel ‘34 e nel ‘38); la terza, contemplando anche il titolo vinto da calciatore; Zizou nuovo ct, considerato quanto gli amici più fidati assicurassero che non pensasse ad altro da quando, nel 2021, aveva lasciato la panchina del Real con la nomea di primo tecnico al mondo capace di vincere tre Champions League consecutive.
E invece. Invece, l’Argentina ha vinto il Mondiale e la FFF, Federcalcio francese, è intenzionata a puntare ancora su Deschamps, nonostante i pesanti contraccolpi della sconfitta in finale, seguita dai veleni propalati a piene mani nello spogliatoio transalpino, fra spie e clan anti-Benzema; ignobili insulti razzisti contro Coman, Tchouameni, Kolo Muani e Mbappé, bersagliati dagli webeti sui social; roventi polemiche politiche sui presunti 510 mila euro spesi per i due viaggi di Macron in Qatar, fra semifinale e finale. Così, Zidane, sordo alle profferte del Manchester United e del Psg di Al Thani, Messi e Mbappé, ora aspetta la Juve.
Sotto l’aspetto squisitamente logistico, lo Z5 di Mappano dista una manciata di chilometri dalla Continassa sebbene i tifosi bianconeri sappiano quanto Allegri sia legato alla Juve sino al 2025. Eppure, provate a lanciare un sondaggio dal titolo “Chi volete: Max o Zizou?”: una mezza idea su chi vince, l’avete già. Con il tono felpato che li contraddistingue, i fratelli francesi dell’Equipe hanno scritto: “La Juventus, di cui ha vestito i colori, resta un progetto che può attrarre Zidane”. Il problema è un altro: oggi la calamita bianconera attrae giocoforza Allegri, blindato dai 7 milioni di euro netti all’anno più bonus.
Di sicuro, l’ingaggio di Zidane non potrebbe essere inferiore, ma anche superiore e, considerati i chiari di luna del bilancio bianconero, Elkann dovrebbe fare davvero un altro grande sforzo.
Non solo. La bufera Prisma ha cambiato l’hashtag in voga sino a metà ottobre, da #allegriout ad #allegriresta.
Max è l’uomo solo al comando, consapevole che i conti si faranno alla fine. Ma sulla sua panchina c’è un convitato di pietra, francese, con “la Juve sempre nel cuore”. E al cuore, si sa, non si comanda...


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