Nuovo Cda, arriva la svolta: la Juve cambia volto

Cinque, sei membri invece di dieci e governo tecnico. Già noti Ferrero e Scanavino, Arrivabene a rischio. Il club nel segno della discontinuità. Martedì assemblea degli azionisti
Nuovo Cda, arriva la svolta: la Juve cambia volto© LAPRESSE
Filippo Bonsignore
4 min

La Juve si avvicina alla svolta. Sta per nascere infatti il nuovo Consiglio di amministrazione che dovrà pilotare il club fuori dalla bufera giudiziaria che ha azzerato i vertici societari con le dimissioni del presidente Andrea Agnelli e dell’intero precedente Cda dello scorso 28 novembre, data immediatamente consegnata agli annali perchè ha segnato la fine di una epopea durata dodici anni e mezzo. Adesso si riparte: entro oggi Exor, l’azionista di maggioranza, dovrà depositare la lista dei nuovi amministratori che verranno cooptati in Consiglio, i cui nomi saranno resi noti a Santo Stefano. La squadra sarà più snella rispetto al passato: 5-6 membri rispetto ai dieci dell’ultimo Cda e sarà una sorta di “governo tecnico”. E’ stato John Elkann, amministratore delegato di Exor, proprio dopo il terremoto di fine novembre, a chiarirne i contorni: «Il nuovo Cda sarà formato da figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico, guidati del presidente Gianluca Ferrero: insieme agli altri amministratori, avrà il compito di affrontare e risolvere i temi legali e societari che sono sul tavolo oggi». I “temi” sono le battaglie legali che attendono il club su più fronti: la giustizia ordinaria, la giustizia sportiva (con la Procura Figc che, oltre ad occuparsi della cosiddetta manovra stipendi, ha appena chiesto di riaprire l’inchiesta sulle plusvalenze), l’indagine della Consob e l’inchiesta della Uefa per la possibile violazione del Financial Fair Play.

Discontinuità

I primi due componenti del nuovo Cda sono già noti: il presidente Ferrero, appunto, e Maurizio Scanavino, direttore generale che potrebbe anche assumere la carica di amministratore delegato. Si tratta di due figure di provata esperienza e capacità, due professionisti di stretta fiducia della proprietà. Scanavino, di fatto, è il nuovo capo azienda e ha già fatto il suo debutto alla Continassa: ha incontrato la squadra, rassicurandola sul futuro e confermando che i programmi non cambiano. Sugli altri nomi c’è ancora il massimo riserbo ma appare certo che si avrà una profonda discontinuità rispetto al recente passato. Tradotto: pure Maurizio Arrivabene, amministratore delegato dimissionario ma ancora in carica per gli affari correnti, è a rischio. Dopo l’annuncio di Santo Stefano, il passaggio successivo sarà l’assemblea degli azionisti del 27 dicembre, chiamata ad approvare il bilancio 2021/22, modificato dopo che la società ha accolto in parte le indicazioni prudenziali della Consob e i rilievi della Procura di Torino, in particolare sulla manovra stipendi. Il nuovo Cda, invece, entrerà in carica il prossimo 18 gennaio, in occasione di una nuova assemblea dei soci. L’area sportiva, invece, sarà sotto la lente della nuova dirigenza al termine della stagione e qui restano di grande attualità i nomi di Alessandro Del Piero e Beppe Marotta. In Borsa, intanto, il titolo Juve ha chiuso in crescita del 4,86% a 0,3148 euro per azione, sulla scorta dei rumors di delisting.

Nel mirino poi c'è anche o soprattutto un ex dirigente bianconero come Fabio Paratici, indagato sia dalla Procura di Torino che da quella Federale. All'epoca capo dell'area sportiva, per lui Chiné aveva chiesto la pena maggiore: 16 mesi e 10 giorni di inibizione, anche per lui arrivò l'assoluzione. Proprio Paratici sarebbe stato individuato anche internamente al club bianconero come il principale artefice di quel sistema legato alle presunte plusvalenze artefatte, di lui si parla spesso ed è Federico Cherubini a più riprese ad aver evidenziato i rischi legati alla sua gestione. «Era peggio prima dove io vedevo che Fabio se si svegliava la mattina e aveva mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmà 20 milioni senza dirlo a nessuno. Quello era pericoloso», confidava l'attuale ds a Stefano Bertola nell'intercettazione ambientale del 22 luglio 2021 al ristorante torinese Cornoler. Proprio Cherubini non è tra gli indagati dalla Procura di Torino ma risulta tra quelli dell'inchiesta sportiva, per lui Chinè aveva chiesto un'inibizione di 6 mesi e 20 giorni ottenendo invece l'assoluzione. Fuori dagli indagati della Procura Federale invece Bertola, ex responsabile dell'area finanziaria del club bianconero, ma tra coloro che hanno ottenuto la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Torino. 
 


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