La rabona di Di Maria e quel gesto diretto a Izzo: interviene la Juve

Sul web fa discutere e divide il colpo del campione del Mondo argentino: il club bianconero prende posizione con un tweet per lanciare un messaggio chiaro
La rabona di Di Maria e quel gesto diretto a Izzo: interviene la Juve
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La rabona di Di Maria in Juventus-Monza divide tifosi, staff tecnico e addetti ai lavori. Per chi non avesse visto il match all'Allianz Stadium, valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia e terminato 2-1 per i bianconeri, ecco la ricostruzione: al 90' El Fideo salta secco Izzo con un gran dribbling e anziché calciare a rete prova uno dei più famosi e meno frequenti gesti tecnici che si possono ammirare su un campo di calcio. Cragno blocca a terra. Apriti cielo.

Via all'analisi del gesto. Che va avanti senza soluzione di continuità da quel momento e continua da ore. Nel giorno successivo alla partita ha preso posizione anche la Juventus attraverso Twitter. Postati due scatti che sintetizzano il momento in cui Di Maria incrocia i piedi per esguire la rabona e un messaggio: "Il calcio è divertimento" accompagnato dalle emoji della bandiera dell'Argentina e da uno "smile" con stelle brillanti al posto degli occhi.

Bagarre tra i pro e contro Di Maria, ma c'è un precedente...

"Se c’era Allegri entrava in campo secondo me…" ha sentenziato a fine gara Marco Landucci, in panchina al posto dell'allenatore squalificato. Ma intanto è arrivato il tweet della Juventus che potrebbe aver, così, provato a stigmatizzare l'accaduto. Di Maria è stato e viene, nel contempo, ancora tacciato di essere lezioso e con la testa altrove. Di non aver compreso il momento della Juve dopo la sconfitta a Napoli.

Una fase storica che, per alcuni, richiederebbe più concretezza e meno spavalderia. Fatto sta che c'è un precedente: come dimanticare la partita dello scorso 18 settembre quando la Juve perse a Monza e Di Maria fu espulso per un colpo proibito a Izzo? L'episodio fece discutere. L'argentino lasciò in campo non senza protestare. Che sia sia, dunque, trattata di pura vendette sportiva? Chissà. La certezza è che non si parla d'altro.


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