L’Uovo di Fedez (“Aboliamo la Juve”)

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L’Uovo di Fedez (“Aboliamo la Juve”)© BARTOLETTI
Ivan Zazzaroni
4 min

Un’amica, mamma di una fanciulla digitale esperta di Peppa Pig e di “Me contro te”, primi passi delle Scienze politiche contemporanee, mi ha chiesto di darle una mano a trovare l’Uovo di Fedez che per la pargola è simbolo della Nuova Pasqua. Non ha preteso un giudizio morale sul bizzarro prodotto sacro che sostituisce le tradizionali immagini della Festa, compresa quella - più laica - del Coniglio Pasquale, e ho capito che da quando Chiara Ferragni è stata accostata negli Uffizi alla Venere di Botticelli non c’è da stupirsi se il suo sposo è diventato una sorta di icona religiosa utile alla propaganda della Fede. È l’aria che tira, chioserebbe Mirta Merlino. Ma cosa dire, poi, se ti capita in mano - mentre inizio la caccia all’Uovo di Fedez - un libro intitolato “Gesù Cristo non era juventino”?

Cinque poteri contro uno

La magistratura, la procura federale, l’Uefa, la Fifa e adesso anche la Chiesa, per la precisione un suo rappresentante letterario, detto cardinal Gragnano (uno che ha le mani in pasta, come si dice) si muove contro la Signora. Cinque poteri contro uno: non escludo che in futuro si possa effettivamente arrivare al referendum “Vuoi abolire la Juve? Se sì, metti una crocetta sul sì; se, al contrario, la vuoi conservare, apponila sul no”.
Sentite questa, e andate oltre la provocazione: “Le offerte per la Chiesa diminuiscono continuamente” - riportano un quotidiano e alcuni siti dedicando una paginata alla presentazione del libro “Gesù Cristo non era juventino” di Pompeo Di Fazio - “e anche le passate roccaforti del Cristianesimo stanno subendo un declino. Serve un’idea capace di risollevare le sorti”.

"Aboliamo la Juventus"

Eccola, l’idea: il cardinal Gragnano ha avuto quella che si definirebbe un’illuminazione celeste nel testo dal titolo curioso: “Aboliamo la Juventus-Proposta per la rinascita dell’Italia”. Il male, per l’autore di quel libro che fa sempre più presa sulla mente del cardinale, è incarnato dalla Juventus e far sparire i colori bianco e nero dal mondo deve diventare una missione per ogni buon cristiano. È questa la storia che Di Fazio racconta nel lavoro edito dalla romana Albatros Il Filo, presentato nei giorni scorsi nel Comune di Roccasecca, sindaco al tavolo.
Proprio nella terra di San Tommaso il purpureo Gragnano trova l’ispirazione per riformulare il Cristianesimo attraverso il principio dell’anti-juventinità, intesa come modello negativo di ciò che non bisogna fare.
«Il libro – sottolinea l’autore – è una provocazione. Il tentativo, attraverso il calcio, di offrire un nuovo paradigma spirituale, fondato sull’assurdo ma poi non tanto. Dopo “Aboliamo la Juventus”, “Gesù Cristo non era juventino” è il suo ideale seguito. Parlare del bene, della giustizia, della morale, del rispetto degli altri e delle regole attraverso la sua negazione è un esercizio non solo teorico, bensì, visto quello che sta succedendo alla squadra bianconera, un modo per avvicinare questi temi della quotidianità alle persone».
Detto del libro, lunedì il procuratore Chiné renderà ufficiale la chiusura delle indagini: sapremo se l’inchiesta stipendi-agenti ha prodotto altri deferimenti. Immagino che i tifosi bianconeri, appreso dell’esistenza del testo che dissacra una delle più antiche istituzioni del calcio, siano passati dallo sconcerto alla rabbia. E invece, assecondando l’intervento del cardinal Gragnano, una sorta di deus ex machina, è più logico attendersi un miracolo. Uno, non due. Come sorpresa pasquale, altro che l’Uovo di Fedez.


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