Ora che tutto è perduto, o quasi, inizia il difficile. In attesa dell’epilogo delle vicende giudiziarie, che chiarirà definitivamente che ne sarà della Juve la prossima stagione, si apre la porta sul futuro. Via alla rifondazione, insomma, e il lavoro si annuncia tutt’altro che semplice per il club bianconero. L’orizzonte resta fosco e l’incertezza regna sovrana, a partire dalle prime due scelte fondamentali che dovranno essere compiute: il nuovo direttore sportivo - il prescelto è Cristiano Giuntoli che però non ha ancora chiuso il rapporto con il Napoli - e l’allenatore. Massimiliano Allegri è stato ancora una volta confermato con parole inequivocabili ad Empoli dalla società - «stiamo costruendo con lui il futuro» ha assicurato il capo dell’area sportiva, Francesco Calvo -, ma dietro la facciata delle dichiarazioni pubbliche qualcosa si muove e sarà necessario un confronto tra le parti per certificare la prosecuzione di un rapporto che, sulla carta, è blindato da un contratto fino al 2025 a 7,5 milioni più bonus a stagione.
La nuova Juve, ecco come sarà
Ma come sarà il futuro che il club sta delineando? La parola d’ordine è sostenibilità. Una stagione (si spera solo una) senza coppe avrebbe un impatto economico ingente: non giocare la Champions League comporterebbe minori introiti in un range compreso tra un minimo di 50 e un massimo di 80 milioni, che rappresenta la media dei ricavi degli ultimi anni. Ma anche dover rinunciare alle altre competizioni, che pure garantiscono guadagni minori, ha un peso. Ecco allora che si andrà giocoforza incontro ad un ridimensionamento, proprio per la necessità di rendere sostenibile la gestione: mercato in entrata con pochi margini di manovra, contenimento dei costi, taglio del monte ingaggi.
Le scelte di mercato della Juve
La conseguenza immediata è che tutti i pezzi pregiati della rosa sono cedibili; non ci sarebbero prigionieri davanti ad offerte congrue. E il primo pensiero corre a Vlahovic, che piace da più parti, Chelsea in primis, ma pure Manchester United, Bayern Monaco e Psg; poi a Chiesa e a Szczesny. E ancora Rabiot che, senza Champions, sarà praticamente impossibile da trattenere con un rinnovo, e Milik, per il quale è in bilico il riscatto dal Marsiglia per 7 milioni. La Juve ripartirà dai giovani che sono stati la nota lieta di questa stagione: Fagioli, Miretti, Iling-Junior, Barbieri, Soulé, forse Kean (a meno di proposte allettanti). A loro si aggiungerà un nucleo forte composto da Danilo, Bremer, Bonucci, Rugani, Alex Sandro, Locatelli, Kostic, Perin, Gatti e forse Cuadrado, per il quale si sono riaperte negli ultimi giorni le porte del rinnovo per un anno.
Juve, la decisione su Pogba
E poi Pogba: sì, Paul resterà e sarà come un nuovo acquisto visto che in questa stagione non è praticamente mai stato a disposizione, anche in virtù del ricco contratto (8 milioni più bonus fi no al 2026) che lo lega a doppia mandata alla Juve. Dirà addio, invece, Di Maria: fino a pochi giorni fa, il prolungamento del matrimonio era decisamente possibile, ora lo scenario è mutato. Il Fideo guarda ancora all’Europa (Barcellona?) nonostante le sirene di Arabia Saudita e Stati Uniti. Stesso discorso per Paredes, una delle delusioni dell’anno, che non verrà riscattato dal Psg. Un grande punto di domanda riguarda invece chi rientrerà alla base dai prestiti, ovvero Kulusevski, Arthur, McKennie e Zakaria, che faranno venire meno 140 milioni di potenziali introiti da riscatti che non verranno esercitati. Prove di futuro, insomma, ma tra mille incognite.