Juve, Thiago Motta e la forza delle idee

Leggi il commento sulla prestazione dei bianconeri contro il Genoa
Juve, Thiago Motta e la forza delle idee© ANSA
Massimiliano Gallo
4 min

La Juve di Thiago Motta si ritrova per una sera in testa alla classifica e oggi può liberamente gufare Torino e Napoli. Batte il Genoa 3-0. Ritrova Vlahovic il centravanti più ingiustamente tartassato dell’era contemporanea. E continua a non subire gol: zero dopo sei giornate. Non accadeva da trentuno anni. È un merito che va ascritto al suo allenatore. Le zone grigie restano ma i risultati fanno sempre bene. Il progetto è agli inizi. E dev’esserci anche una componente psicologica nelle titubanze dei bianconeri visto che dopo il primo gol tutto fila decisamente più liscio. A risultato acquisito e a mente sgombra, la Juventus sfodera un gioco godibile. E il Genoa quest’anno in casa aveva pur sempre fermato Inter e Roma.

Il primo paragrafo non può non essere dedicato al centravanti serbo. Meno male che il problema della Juventus era Vlahovic. Una discussione che a noi ha sempre ricordato Johnny Stecchino il mafioso interpretato da Roberto Benigni che denunciava il vero problema della Sicilia: il traffico. La squadra di Thiago Motta non tirava mai in porta e il responsabile era lui che di palloni giocabili ne riceveva pochini, per non dire altro. Ieri a Marassi c’è stata la riprova. Primo tempo soporifero. Neanche un tiro in porta e all’intervallo i palloni toccati dal centravanti serbo sono stati otto. Una miseria.

Però, a differenza della scorsa settimana contro il Napoli, quando all’intervallo Vlahovic era stato sostituito, stavolta Thiago non ha toccato nulla. E bene ha fatto. In dieci minuti Dusan gli ha sistemato la partita. Prima con un rigore ingenuamente offerto dal Genoa (ma i rigori vanno segnati). E poi con un gol dei suoi: pallone in profondità e fucilata di sinistro in diagonale. Di quelle che fanno male. Al minuto 58 i palloni giocati sono stati diciotto. Con due gol. Una rete ogni nove palloni toccati. Non male.

La Juventus continua a essere una squadra in costruzione. Un cantiere aperto. E lo stesso tecnico non smette mai di sperimentare con la rotazione dei titolari: una specialità della casa, come sanno a Bologna. Locatelli fa il pieno di complimenti? Va a rigenerarsi in panchina, anche perché mercoledì c’è il Lipsia in Champions. In mediana spazio a McKennie e Fagioli. Douglas Luiz escluso ormai non fa più notizia. In difesa ancora riposo per Gatti, rispolverato Danilo e a sinistra la sorpresa di giornata: il ventenne svedese Jonas Rouhi (francamente poca roba).

Genova conferma che Thiago Motta crede fermamente nelle sue idee. Ma forse le discussioni calcistiche sono troppo incentrate sugli allenatori. In campo vanno pur sempre i giocatori. La Juventus ha speso tantissimo, duecento milioni, ma con l’obiettivo di ridurre il tetto ingaggi. Quindi di top player non ne sono arrivati, è evidente. Un giudizio equilibrato sul tecnico non può prescindere da questo. Non a caso l’unico juventino più vicino alla definizione di top player è quel ragazzo serbo che ha deciso la partita. “Quando sei in difficoltà, finisci sempre per dare la palla al più forte”, come diceva un signore di Livorno.


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