Crisi Juve, tra i tifosi e Thiago Motta è già finita

L'eliminazione dalla Supercoppa contro il Milan ha fatto esplodere il malumore nei confronti dell'allenatore bianconero
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Filippo Bonsignore
4 min

TORINOBufera Thiago. Il crollo in Supercoppa è stato un colpo durissimo, «una sconfitta importante», per stessa ammissione del tecnico, che ha scatenato la rabbia dei tifosi. La luna di miele è già finita? Sembra proprio di sì, visto che sui social impazza l’hashtag #MottaOut. I pareggi in serie in campionato che hanno fatto evaporare i sogni scudetto e l’ennesima rimonta subita, stavolta dal Milan, che è costata la possibilità di giocarsi il primo titolo stagionale contro l’Inter, hanno fatto esaurire la pazienza del popolo bianconero. Che inizialmente ha dato ampio credito al nuovo allenatore, accompagnando con passione e speranza il nuovo progetto nato in estate anche grazie a un mercato pirotecnico. C’era infatti la speranza diffusa di tornare al vertice e di ritrovare, oltre ai risultati, anche un gioco offensivo e moderno. All’alba della stagione, sembrava che la strada intrapresa fosse quella giusta, con le prime vittorie rotonde e convincenti, capaci anche di catturare l’occhio dal punto estetico. A conti fatti, è stata una breve illusione perché la Juve invece di evolvere ha innestato la retromarcia. Al posto dei progressi e dell’attesa evoluzione è arrivata una preoccupante involuzione. Certo, gli infortuni sono stati un fattore innegabile che ha pesato enormemente: tutto è iniziato a Lipsia quando, in una notte, la Signora ha perso per il resto della stagione Bremer e per oltre due mesi Nico Gonzalez, vale a dire il leader della difesa e uno degli acquisti top del mercato estivo. Da lì sono arrivati problemi in serie che hanno costretto Thiago a rinunciare per settimane a sei-sette giocatori, con punte di otto-nove contro Milan, Aston Villa e Lecce. Troppo, evidentemente, per qualsiasi squadra. Troppo per un gruppo giovane, che sta seguendo un percorso nuovo, con una filosofia completamente diversa rispetto al passato.  

Scusa Allegri

Motta non ha mai cercato alibi né ha voluto aggrapparsi alle difficoltà per giustificare i momenti negativi, e gli va indubbiamente riconosciuto, ma è evidente che i limiti e i problemi della sua squadra hanno radici più profonde. Dopo aver trovato solidità, organizzazione e unità d’intenti invidiabili a inizio stagione, la Juve si è progressivamente scoperta fragile, debole mentalmente, incapace di gestire le situazioni di vantaggio e di condurre in porto vittorie che sembravano ormai acquisite. Cagliari, Lecce, Fiorentina, Milan gli esempi più evidenti in stagione. Questione di testa, di mancanza di leader in grado di condurre il gruppo fuori dalle difficoltà nei momenti clou. Così il popolo bianconero ha iniziato a rumoreggiare e dai fischi e dalle contestazioni allo Stadium si è passati al diluvio di post sui social, tanto che appunto è diventato trending l’hashtag #MottaOut. Incredibile, se si pensa: sembra essere tornati indietro di qualche mese ai momenti più bui dell’ultimo triennio allegriano quando a impazzare era #AllegriOut. Adesso, invece, in molti rimpiangono il passato e invitano: "Chiedete scusa a Max!" perché "con lui ne avremmo vinte molte di più". I tanti pareggi, le tante chance sprecate sono un nervo scoperto. Molti paragonano Thiago ad altri esperimenti falliti del passato ("È peggio di Maifredi") o recuperano il suo curriculum da calciatore ("Basta con questo interista"). Ma a tanti non è andata giù anche la dichiarazione di Motta, alla vigilia della sfida con il Milan, secondo cui per lui la vittoria "non è una ossessione". Replica social: "Non sa dove si trova". Ora vincere serve eccome per uscire dalla bufera. 


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