Tudor e l'inquietante similitudine con Thiago Motta: torna l'incubo pareggite
TORINO - Da Thiago Motta a Tudor, il prodotto non cambia. Nuovo allenatore, vecchie abitudini. La Juve è di nuovo affetta dalla sindrome dei pareggi: con quello di Villarreal sono infatti quattro le “X” consecutive tra campionato e Champions League, un dejà vu che non lascia tranquilli alla Continassa. La traiettoria dei bianconeri infatti è simile a quella dell’anno scorso: un inizio convincente, con due vittorie consecutive (Como e Verona) e poi le prime frenate. Un anno fa arrivarono i pari con Roma, Empoli e Napoli, inframmezzati dal debutto vincente in Europa con il Psv Eindhoven, che aprirono la strada ad un’altalena di successi, frenate e cadute. A fine novembre, ecco la striscia di pari consecutivi come quella attuale (Milan, Aston Villa, Lecce e Bologna) ma nel prosieguo il tema rimase invariato: gli alti e bassi diventarono una costante fino all’epilogo negativo, con il tramonto del progetto rivoluzionario di Thiago e l’avvento di Tudor, capace di rimettere in carreggiata la macchina bianconera e di centrare il traguardo del quarto posto.
Tudor e Thiago Motta: un percorso troppo simile
Lo sviluppo di questo inizio di stagione si sta rivelando simile: tre vittorie di fila per iniziare (Parma, Genoa e Inter) quindi ecco i primi problemi. Nessuna vittoria, e solo un punto a partita, con Borussia Dortmund, Verona, Atalanta, e Villarreal. Andamento lento, insomma. E se le rimonte su Inter e Borussia Dortmund avevano esaltato, non si può dire lo stesso di quella sull’Atalanta, così come quelle subite da Verona e Villarreal. La Juve è andata progressivamente in affanno, fisico innanzitutto, e di conseguenza sono emersi i nodi. Poca qualità a centrocampo, gioco prevedibile se la squadra non viaggia ad alta velocità, scarso equilibrio che ha portato la difesa a essere perforata per 11 volte nelle ultime cinque partite, dopo essere stata ermetica nelle due vittorie di inizio campionato.
Andamento lento, ma con qualche differenza rispetto a un anno fa. La Juve crea tanto, ma subisce anche tanto, prova ne sono le 5 reti subite in campionato in cinque partite contro le zero dello scorso anno a quest’epoca del cammino (anche se i problemi sarebbero iniziati proprio in questo periodo con l’infortunio di Bremer). Tudor ha più gol in serie A (9 contro 6), più giocatori in gol (8 contro 5), più vittorie (3 contro 2) rispetto a Thiago ma i problemi e gli interrogativi in prospettiva non mancano. Lo specchio è la Champions League dove non è ancora arrivata la vittoria mentre Motta un anno fa aveva collezionato sei punti nelle prime due partite. Igor è a quota due pareggi, con gli stesi gol fatti (6) ma con il doppio di quelli subiti. Così si torna al tema equilibrio e alle troppe chance concesse in difesa. Un anno fa, erano stati 20 in tutto i pareggi (17 con Thiago e 3 con Tudor) sulle 55 gare totali disputate ma mai più di quattro di fila. Adesso Igor cerca la svolta, a partire da domani con il Milan: una vittoria per guarire dai problemi, per allontanare i paragoni con il passato e per allontanare la pericolosa pareggite.
