L’attacco segna zero: viaggio dentro la crisi della Juve 

David, Vlahovic e Openda faticano a decollare: solo Yildiz non basta. Anche il continuo turnover di Tudor non aiuta
Filippo Bonsignore
4 min

E venne il giorno in cui l’attacco bianconero rimase a secco. Contro il Milan, la Juve non ha segnato, una prima volta in stagione che suona come un primo campanello d’allarme. Le statistiche raccontano di una frenata netta ed evidente dal punto di vista realizzativo: 11 gol segnati nelle prime 4 partite; solo 4 nelle successive quattro, che hanno portato ad altrettanti pareggi con Verona, Atalanta, Villarreal e Milan; cinque consecutivi in tutto con il 4-4 con il Borussia Dortmund. I fuochi d’artificio insomma si sono esauriti proprio nelle notte di Champions League con i tedeschi. La Signora aveva iniziato con il piede giusto con le tre vittorie di fila su Parma (2-0), Genoa (1-0) e Inter (4-3) prima appunto della pirotecnica rimonta di coppa. Un rendimento promettente, pur con qualche errore di troppo in difesa, mascherato però dalla prolificità del reparto offensivo. Un arsenale da quasi 500 gol, 499 per la precisione: tanti ne hanno messi a segno in carriera finora David (147), Vlahovic (134), Openda (105), Zhegrova (42), Yildiz (41) e Conceiçao (30). Era il frutto del mercato, chiuso con la doppietta messa a segno dalla società nelle ultime ore di trattative che ha portato Zhegrova e Openda alla corte di Igor Tudor. Risultato: reparto profondo, assortito, con tanto talento, tanto potenziale e tante soluzioni.  

Juve, che inversione 

Per questo l’inversione di rotta maturata nella ultime quattro gare non lascia sereni. Yildiz finora ha illuminato la strada alla Juve: il Dieci è stato la costante, sempre presente e sempre titolare, e ha garantito un fatturato di 2 gol e 4 assist in 8 gare. Il riferimento è piuttosto ai tre centravanti: David ha festeggiato l’esordio in Serie A con la rete al Parma, cui sono seguiti due errori clamorosi con Genoa e Villarreal e una serie di prestazioni sottotono; Vlahovic ha messo la firma sull’inizio di stagione realizzando 4 reti, tutte entrando dalla panchina, ma non segna dalla notte magica con il Dortmund; Openda invece non si è ancora sbloccato. Tutti sembrano non aver digerito le continue rotazioni decise da Tudor che ha scelto 8 formazioni diverse in 8 partite, cambiando gli interpreti dell’attacco a parte Yildiz. Nel dettaglio: in tre occasioni (Parma, Genoa e Milan), con Kenan hanno giocato David e Conceição, poi è toccato a Koopmeiners e Vlahovic con l’Inter, a David e Openda con il Borussia Dortmund, a Conceição e Vlahovic con il Verona, ad Adzic e Openda con l’Atalanta e a Koopmeiners e David con il Vilarreal. Il mix giusto però non è ancora stato trovato. E, alla lunga, la dipendenza da Yildiz si fa sentire, come è stato evidente nelle ultime uscite in cui il giovane turco era un po’ appannato dal punto di vista fisico. Conseguenza: la luce della Juve si è spenta e sono emerse le difficoltà a trovare la chiave per gol e vittorie. 

Due punte dopo la sosta 

La sfida con il Milan però potrebbe aver aperto la strada al futuro. Nel finale di gara, Tudor si è affidato alle due punte: nell’occasione Vlahovic e Openda, in un 3-5-2 solido in mediana; l’evoluzione dovrebbe prevedere Yildiz a supporto di due attaccanti, passando al 3-4-1-2. La sosta potrebbe portare consiglio. 

 

 

 


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