Koopmeiners alla Calafiori: come nasce la prima genialata di Spalletti
L'idea lo stuzzicava. Spalletti è abituato a sorprendere e ogni volta in cui parla di calcio, provando a spiegare la sua visione, lascia qualche impercettibile traccia. Era accaduto venerdì durante la presentazione allo Stadium. «Koopmeiners lo vedo mediano o mezzala, lo considero un centrocampista, come racconta la sua storia. Ha giocato anche in difesa. Se lo porti più avanti, resta ingabbiato». Nessuno ci aveva fatto caso, anche se il dettaglio sul passato dell’olandese era un indizio. La carriera può avere un peso, ma non solo. I siti specializzati segnalano 47 presenze da difensore centrale per Koopmeiners, di cui 23 in Eredivisie nel 2018/19 con l’Az Alkmaar di Van den Brom. Non era la prima volta. Se serve, arretra. Lo sa fare, lo aveva già fatto, anche se in Italia ci sembra strano, perché a Bergamo spesso è stato utilizzato da incursore. L’emergenza ha spinto Spalletti a inventare, ma non solo. Se fosse stato disponibile Kelly, forse l’olandese avrebbe trovato posto da centrocampista, ma c’è stato anche altro. Motivazioni psicologiche e tattiche, volendo un unico canovaccio. Nel container dello stadio Zini di Cremona, a mezzanotte e dintorni, ha spiegato tutto.
Spalletti manda un segnale alla Juve
Lucio voleva dare un segnale di coraggio alla Juve, a maggior ragione giocando a tre, perché con un solo allenamento a disposizione il buon senso gli suggericva di non stravolgere. Voleva, però, vedere iniziativa, mentalità offensiva, voglia di andare a giocare la partita. Così ha arretrato Koopmeiners. Un regista aggiunto in costruzione. Lucio predilige la qualità di palleggio, la trasmissione a uno o due tocchi. Era incerto, lo ha spiegato benissimo, e ha deciso nell’imminenza della partita. Poteva impiegare Rugani, come ha raccontato, perché la Cremonese ha già segnato diversi gol di testa, ma non voleva soffrire (come è capitato nel finale) già nei primi minuti di partita. L’idea era opposta. Attaccare e tenere lontani i grigiorossi. Così ha inventato Koopmeiners “alla Calafiori”, il suo pupillo, lanciato al debutto in azzurro, quello che rompeva la linea e creava l’effetto sorpresa entrando dentro al campo. La fluidità dei ruoli, il calcio relazionale. Se n’è parlato tanto, spesso con ironia, ma è semplicemente l’evoluzione e può bastare anche un solo allenamento per riuscirci. Basta saper stare in campo.
Cala-Koop è una soluzione: Spalletti ci pensa
Koop ha sorpreso Spalletti perché ha tenuto le distanze, comandava chi gli stava davanti, ha fatto benissimo ciò che in teoria gli doveva riuscire meno, ovvero difendere. Dal punto di vista della costruzione, doveva essere coinvolto di più, ma i bianconeri dietro non hanno fatto girare troppo palla da un lato all’altro, anche se le statistiche Opta rilevano 8 ingressi nella tre-quarti dell’olandese, gli stessi di Locatelli, uno in più (7) di Cambiaso. È come se la Juve avesse giocato con un centrocampista in più. E ora cosa succederà? Koopmeiners dovrebbe tornare a centrocampo, anche e soprattutto quando Spalletti passerà alla difesa a quattro, come intende procedere, senza ripensamenti. I tempi (subito o dopo la sosta) sono meno decifrabili. Di sicuro Cala-Koop è una soluzione in più e la storia di Spalletti è piena di giocatori inventati in nuovi ruoli e mai più spostati. «Ci si può pensare» l’ammissione notturna di Cremona. Le riflessioni sono aperte.
