Juventus, vigilia perfetta per il sogno Champions

Non c’era un modo migliore per avvicinarsi a una partita che potrebbe restituire una semifinale di Champions ai bianconeri dopo 12 anni e al calcio italiano dopo 5 stagioni
Juventus, vigilia perfetta per il sogno Champions© REUTERS
Alberto Polverosi
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ROMA - E' tutto pronto. La Juventus ha apparecchiato la tavola con le posate d’argento. Non c’era un modo migliore per avvicinarsi a una partita che potrebbe restituire una semifinale di Champions alla Juve dopo 12 anni e al calcio italiano dopo 5 stagioni. Nel 2010 ci arrivò l’Inter di Mourinho che nei quarti eliminò il Cska Mosca e poi andò a vincere la Coppa a Madrid, passando prima da Barcellona. Condizione fisica, condizione atletica, condizione psicologica, risultato dell’andata, tutto sembra perfetto, fino al punto che la vittoria di sabato scorso, sulla seconda squadra della Serie A, può diventare anche un esame definitivo per la sfida col Monaco, un test tattico, con la difesa impeccabile e il contropiede micidiale, in modo elementare la partita che potrebbe nascere mercoledì nel Principato. Fisicamente la Juve ha tutti i giocatori in salute. Contro la Lazio hanno riposato Lichtsteiner e per un’ora anche Morata, Allegri ha gestito bene il rientro di Pirlo che in 4 giorni ha giocato due partite a fila da titolare dopo 52 giorni di assenza, ma uscendo al 29' del secondo tempo a Parma e al 27' sempre della ripresa contro la Lazio. Non è mai arrivato in zona rischio-ricaduta. Lo stesso si può dire dell’altro grande infortunto della Juve, Andrea Barzagli, a riposo col Monaco (è entrato proprio al posto di Pirlo) e titolare sabato scorso. Sta bene Tevez (e si è visto) e sono in buone condizioni anche le alternative come Padoin. Così Allegri, che deve ricominciare da capo quando gli assenti sono due dello stesso reparto, avrà stavolta la possibilità di scegliere il modulo senza essere condizionato dagli infortuni o dai postumi degli infortuni. All’andata, contro il Monaco, è successo proprio così: con Pirlo e Barzagli al rientro, non poteva rischiarli tutt’e due dall’inizio, allora ha scelto Pirlo titolare e schierato la squadra con la difesa a 4 e il rombo, poi è uscito Pirlo, è entrato Barzagli, la difesa è tornata a 3 e il modulo è diventato il 3-5-2. A naso, dovrebbe essere lo stesso modulo di mercoledì prossimo visto anche com’è andata contro la Lazio. Atleticamente è una squadra che non mostra cedimenti. Sabato ha corso poco e bene, non ha faticato molto a difendersi e far partire il contropiede. Sul 2-0, qualcuno ha iniziato anche a pensare alla Champions, evitando scatti forsennati, come Tevez che aveva piegato la partita nel primo tempo, come Evra che ha smesso di spingere anche perché nel secondo tempo era entrato l’impegnativo Candreva. E’ in crescita Vidal, ed era l’ora. Sta benone Marchisio che, con Pirlo, è tornato a fare l’interno, il suo ruolo. E’ una squadra in forma, preparata con intelligenza per un finale così impegnativo. Il successo sulla Lazio e il pareggio della Roma con l’Atalanta hanno chiuso in pratica ogni discorso per lo scudetto. Quindici punti di vantaggio, fra due partite potrebbe mettere la parola fine anche aritmeticamente. Il vantaggio è tale da consentire una rotazione completa, che non significa ridurre a poca cosa la Juve visto che una delle più belle imprese della sua stagione (il 3-0 di Firenze con rimonta dopo l’1- 2 dell’andata e la qualificazione alla finale di Coppa Italia) è stato realizzato senza Buffon, Pirlo, Tevez, Pogba e Lichtsteiner. Se avesse perso contro la Lazio, il derby di domenica prossima sarebbe stato un problema e quel problema sarebbe affiorato nella mente dei bianconeri anche durante la trasferta di Monaco. Hai voglia di dire che ogni partita fa storia a sé, quando si arriva a questo punto della stagione con tre obiettivi ancora da inseguire ogni partita è legata all’altra. Lo scudetto già cucito sulla maglia avrà effetti benefici anche in vista delle eventuali gare di semifinale che, per la Juve, capiterebbero a cavallo della trasferta di Marassi con la Samp, del Cagliari e della trasferta a San Siro con l’Inter, partite che potrà affrontare a cuor leggero, puntando decisa sulla Champions. E infine c’è il risultato dell’andata ad assegnare alla squadra di Allegri il ruolo di favorita. Un gol da difendere è il miglior modo di iniziare una gara, perché il Monaco dovrà attaccare e la Juve avrà la partita disegnata a sua misura e somiglianza.

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