Juve, sono guai: in arrivo altri deferimenti

Plusvalenze, stipendi e le partnership: i tre processi sportivi e quello penale vedranno i bianconeri coinvolti per tutto l’anno
Juve, sono guai: in arrivo altri deferimenti© ANSA
Giorgio Marota
6 min

ROMA - È un terremoto giudiziario e le scosse proseguiranno a lungo. Mettiamola così, in termini calcistici: il processo alla Vecchia Signora andrà ben oltre i recuperi extra-large, i supplementari, la lunga sequenza dei rigori e persino le eventuali polemiche post partita. Nella migliore delle ipotesi sentiremo parlare di “caso Juve” almeno fino alla fine dell’anno, raccontandone gli strascichi pure nel 2024. Mesi di indagini, sentenze, ricorsi, appelli, pareri legali, carte segrete e vizi procedurali veri o presunti: un calvario che, inevitabilmente, avrà il suo peso pure sui risultati sportivi della squadra di Allegri, in piena rincorsa per l’Europa.

Manovre

«Le plusvalenze in confronto sono niente» si sussurra in ambienti federali riguardo ciò che attende il club bianconero. Si chiama “manovra stipendi e manovra agenti” il nuovo fascicolo che oggi il procuratore federale Giuseppe Chiné ultimerà dal punto di vista formale, facendo partire ufficialmente l’avviso di chiusura indagini all’inizio della settimana. Tra lunedì e martedì gli avvocati bianconeri riceveranno il documento via pec, a chiusura dei 60 giorni di proroga (40+20) ottenuti con il placet della procura generale dello sport. La Juventus dovrà difendersi, ancora. E stavolta dovrà respingere accuse ancora più circoscritte rispetto al caso plusvalenze dove, in due diversi gradi di giudizio, non è stato possibile definire il reale valore delle operazioni finite sotto indagine ma è stato altresì riconosciuto - a fine gennaio 2023, nel processo di revocazione - un «sistema volto a eludere le norme» come l’ha definito la Corte d’Appello. I componenti della Corte si sono detti «scandalizzati» per ciò che hanno trovato nelle 14 mila pagine dell’inchiesta Prisma, mentre la Juve considera la decisione totalmente infondata. Anche qui, non è stata scitta l’ultima parola: spetterà al Collegio di Garanzia pronunciarsi in modo definitivo, il 19 aprile. Al Coni, davanti a un giudice di legittimità (la presidente Palmieri Sandulli nominerà a breve il collegio, che presiederà a sezioni unite), la Juve è pronta a ribaltare quel -15. Il ricorso depositato è fatto di 100 pagine e oltre alla forma approfondisce la sostanza della stangata, contestando 9 punti tra cui la violazione del “thema decidendum”, il fatto che l’illecito non sia previsto dal regolamento, la sproporzionalità della sanzione e le motivazioni scarne.

Accordi

Per quanto riguarda la questione stipendi, la Juventus dovrà dimostrare di non aver eluso le norme per aggiustare le perdite relative alle stagioni 2019-20 e 2020-21. In epoca Covid la società avrebbe risparmiato oltre 90 milioni di euro tramite gli accordi coi propri tesserati, ma la procura della Repubblica di Torino ha messo nero su bianco accuse gravissime che tratteggerebbero i confini del falso in bilancio e non solo tra carte mai depositate in Lega, fogli rimasti nei cassetti, intercettazioni e accordi con date modificate. Un materiale probatorio dal quale Chiné ha attinto a piene mani. Sembra scontato un altro deferimento per Agnelli, Paratici e gli altri dirigenti. Prima, però, bisogna completare i passaggi formali: avviso di conclusione delle indagini (1), cinque giorni da dare alle difese per le memorie difensive e le richieste di audizione (2), altri dieci per esaudirle (3) e infine il deferimento vero e proprio. Da quel momento scatta il mese di tempo che il tribunale fedederale ha per convocare l’udienza. Tra le contestazioni potrebbe di nuovo spuntare fuori l’art. 4.1 del codice di giustizia sportiva (lealtà, probità e correttezza), l’art. 31 (violazione in materia gestionale ed economica) con l’aggravante dell’art. 14 comma c (aver indotto altri a violare norme e disposizioni federali) e, a proposito dei calciatori (Dybala, Szczesny, Arthur, McKennie e altri), questi potrebbero essere chiamati a rispondere della violazione del 31.8 e ricevere una squalifica di un mese; la procura li ha ascoltati, ha visionato le chat di gruppo, e se avrà individuato anche la loro consapevolezza rispetto all’operazione del club (ritenuta illegittima) allora dovranno difendersi in aula. Questa ipotesi appare però al momento più remota.

Tre processi

Dovendo inserire i vari passaggi in una sorta di linea del tempo, la Juve riceverà prima il deferimento per la manovra stipendi, poi tornerà in aula il 19 aprile per chiudere il caso plusvalenze nel terzo grado (sperando di riavere i 15 punti), in seguito si presenterà al tribunale federale (entro fine aprile) per il primo grado del nuovo filone, quello degli stipendi ma anche delle fatturazioni agli agenti che secondo gli inquirenti sono state gonfiate. Superati questi scogli, con la speranza di non uscirne con le ossa rotte (tradotto: 30-40 punti di penalizzazione sommando plusvalenze e stipendi), i legali Bellacosa, Sangiorgio, Clarizia e Paolantonio si concentreranno sull’udienza preliminare davanti al Gup, rinviata al 10 maggio. Ogni penalizzazione nello sport, dice il codice, dev’essere “afflittiva”. E visti i tempi, la Juve la sconterebbe già in questo campionato. C’è poi l’ultima questione: le partnership con le “consorelle”. Sei diverse procure (Bologna, Genova, Cagliari, Bergamo, Udine e Modena) a fine febbraio hanno richiesto le carte a Torino e stanno indagando sulle operazioni tra la Juve e le squadre dei loro territori di competenza. Può uscir fuori tutto, come niente. Così Chiné, come abbiamo anticipato ieri, ha deciso di non utilizzare questa parte dell’inchiesta Prisma nel deferimento dei prossimi giorni. Una decisione importante: il deferimento si concentrerà solo su stipendi e agenti e ci sarà quindi un altro processo (a indagini delle procure concluse) che potrebbe coinvolgere i bianconeri insieme ad altre società mai giudicate fin qui. È il terzo processo, che azzardando un cronoprogramma potrebbe tenersi alla fine del 2023, per sconfinare nel 2024 tra sentenze e ricorsi. La giustizia sportiva è rapida («tempestività» è la parola d’ordine) ma vanno percorse tante vie e la Juve promette di andare fino in fondo, considerandosi vittima di un sistema che cercherebbe solo un capro espiatorio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA