Processo plusvalenze Juve, svelati tutti i nomi della Corte: presiede Raiola

Ecco chi giudicherà i bianconeri il prossimo 22 maggio: tutti i dettagli
Processo plusvalenze Juve, svelati tutti i nomi della Corte: presiede Raiola© ANSA
Giorgio Marota
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ROMA - C’è una base di partenza, cioè le motivazioni durissime del Collegio di Garanzia che ha respinto 9 motivi su 9 del ricorso bianconero confermando «la sistematicità delle condotte» che avrebbero minato la «leale partecipazione alle competizioni». C’è una data, il 22 maggio. E ora ci sono anche i nomi di coloro che giudicheranno la Juventus, stabilendo se il -15 va ridotto - alla luce del contributo dei dirigenti senza delega - oppure confermato con argomentazioni più solide. Ieri sono stati infatti scelti gli uomini e la donna che tra dieci giorni decideranno il destino della squadra di Allegri, ripartendo probabilmente da quel -9 chiesto durante la requisitoria del 20 gennaio del procuratore federale.

La corte è fatta

La squadra è fatta, i nomi sono stati approvati e a breve verranno annunciati: la presidente della Corte d’Appello a sezioni unite sarà Ida Raiola, che sostituirà per l’occasione Mario Luigi Torsello, il magistrato del Consiglio di Stato che ha presieduto la giuria del -15 (per l’occasione deve cambiare la composizione, ha stabilito il Collegio di Garanzia). Raiola è presidente della sezione interna del Tar Veneto e ha un’esperienza ventennale in ambito amministrativo, ma non solo. La stima nei suoi confronti è altissima in federazione. Il relatore sarà Marco Stigliano Messuti, avvocato dello Stato. Gli altri componenti, invece, saranno il magistrato del Tar Luca De Gennaro, il consigliere di Stato Fabrizio D’Alessandri ed Elio Toscano, già consigliere di Stato e vice comandante dell’Arma dei Carabinieri. Giuristi senza particolari legami in ambienti calcistici e, dunque, probabilmente “inattaccabili” alla luce delle polemiche dei mesi scorsi.

Maggio di fuoco

Sarà dunque un maggio di fuoco per la Juve: giovedì prossimo la semifinale di ritorno di Europa League, dopo quattro giorni l’udienza in videocollegamento della Corte che cristallizzerà la penalizzazione in classifica (nel senso che, pure in caso di ulteriore ricorso, la sentenza “calcisticamente parlando” passerà in giudicato) e, il 27 maggio, Chiné avrà l’ultima parola sul secondo filone sportivo dell’inchiesta Prisma, quello su manovre stipendi, partnership con Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo e Udinese e rapporti con gli agenti. Il procuratore deferirà nuovamente Agnelli, Paratici, Nedved, Cherubini e anche Manna, Morganti, Braghin e Gabasio dopo la chiusura indagini (12 aprile) con un’altra pesante accusa di slealtà. Nel frattempo, i legali bianconeri stanno lavorando a una strategia di uscita: il patteggiamento, che se arrivasse prima del deferimento permetterebbe al club di scontare metà della pena. Secondo quanto filtra in ambienti federali, la situazione qui è più grave del caso plusvalenze; le due manovre stipendi relative alle stagioni ’19-20 e ’20-21, corredate dalle famose “side letter” con i calciatori, pesano agli occhi dell’accusa. Una penalità di qualche punto o una maxi-multa potrebbero far scorrere i titoli di coda sull’intera vicenda, limitando i danni e “placando” anche l’Uefa che potrebbe intervenire per fermare la Juve se le sanzioni italiane non impedissero a Vlahovic e compagni di raggiungere le coppe.


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