Juve, altro processo a giugno: ecco cosa rischia. La vogliono far fuori!

Bianconeri deferiti dalla procura Figc per manovre stipendi, rapporti con gli agenti e partnership sospette
Giorgio Marota
6 min

Questa storia va avanti da 400 giorni, eppure sembra appena cominciata. Come si dice? C e rti inverni non finiscono mai, anche se l’estate dei tribunali sportivi si preannuncia caldissima. La bufera che da gennaio si è abbattuta sulla Juventus, complicando i piani di Allegri, continua a soffiare forte: dopo aver chiuso le indagini il 12 aprile, ieri il procuratore Figc Giuseppe Chiné ha deferito il club bianconero e i suoi dirigenti in merito al secondo filone dell’inchiesta Prisma, quello che comprende “manovre stipendi”, “partnership sospette” e rapporti con gli agenti”. Il tutto a 72 ore dal nuovo processo in Appello per il caso plusvalenze che, dopodomani, farà tornare l’asterisco in classifica. Perché è vero che bisogna giudicare e motivare meglio il contributo alla “colpa” dei consiglieri d’amministrazione, ma l’esistenza di un «sistema volto ad alterare la lealtà sportiva» è stato riconosciuto pure dai giudici del Collegio di Garanzia. Lunedì verrà confermato o alleggerito il -15, poi scatterà il conto alla rovescia per la seconda stangata. Nonostante diversi tentativi di accordo con la procura, quest’ultima ha scelto la linea intransigente antipando addirittura i tempi rispetto alla scadenza del 27 maggio.

Patteggiamento si o no? La verità

Addio patteggiamento, almeno in questa prima fase come spieghiamo a fianco. Ci sarà un ulteriore processo, a metà giugno, con capi d’accusa talmente pesanti da rendere scontata la richiesta di altri punti di penalizzazione. Il 22 maggio resta comunque uno snodo fondamentale: se dopodomani arrivasse una penalità tale da rendere impossibile la partecipazione alle coppe europee del prossimo anno di Vlahovic e compagni, allora la seconda (eventuale) stangata andrebbe a pesare sul 2023-24. Le plusvalenze da una parte – secondo i giudici il libro nero di FP e le intercettazioni sono le prove del “sistema illecito” – il secondo filone d’indagine dall’altra. Mentre un caso si chiude, l’altro si apre. Con la contestazione ai dirigenti, ancora una volta, di aver violato il caposaldo dell’ordinamento sportivo (articolo 4.1, «lealtà, probità e correttezza») con la Juve chiamata a rispondere anche di «responsabilità diretta e oggettiva», cioè dell’art. 6.

Juve, i motivi del deferimento sulla vicenda stipendi

Per le manovre stipendi sono indagati Agnelli, Paratici e Nedved. Secondo i rilievi della procura, i dirigenti avrebbero depositato in Lega accordi di riduzione di 4 mensilità nel periodo Covid (da marzo a giugno) di 21 calciatori e dell’allenatore Sarri, omettendo però di depositare le successive integrazioni che poi hanno permesso ai tesserati (non deferiti) di recuperare 3 mesi di emolumenti, nella consapevolezza - già in prima battuta - che quelle stesse integrazioni sarebbero poi state depositate dopo la chiusura dell’esercizio contabile al 30.06.2020, come poi è effettivamente accaduto . La stessa violazione è contestata anche per il 2020-21 (qui 17 calciatori), con le scritture private (le famose “side letter”) non riportate sui moduli federali. L’obiettivo della manovra, per gli 007 federali, era quello di «postergare negli esercizi successivi 2022 e 2023 i costi correlati agli importi rinunciati dai calciatori prima del 30.06.2021, violando il principio contabile di competenza economica e il principio di par condicio».

Juve, il rapporto con gli agenti sotto esame

 

Del filone agenti dovranno rispondere sempre Agnelli, Paratici e Nedved, insieme a Cherubini, Manna (all’epoca dei fatti ds dell’U23), Morganti (in quel momento head of football operations), Braghin (ex ds del vivaio). Dal 2015 al 2022, la Juve avrebbe remunerato i procuratori Lippi, Giuffrida, Parretti, Rebesco, Ariatti, Pagliari, Galli, Fioravanti, Puccinelli, Tinti e Morabito (sul caso è già interpellata la commissione agenti, che valuterà eventuali sanzioni) in assenza di una reale attività di intermediazione per sanare talvolta vecchie pendenze per alcuni giovani calciatori, in alcuni casi affidando incarichi senza mandato o con mandato “fittizio”. Tra le operazioni sospette quelle che hanno portato Spinazzola alla Roma, Kaly al Basilea, Hamza allo Standard e i rinnovi di Chiellini, Petrelli e Ranocchia.

Le partnership con le altre società

A completare il quadro i rapporti con Samp, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari, per le quali sono sotto indagine Paratici e Gabasio. Diversi accordi per operazioni di mercato (paralleli a quelli ufficiali) sarebbero rimasti nei cassetti, senza provvedere al deposito della relativa modulistica federale. Al momento va sotto processo solo la Juve. E gli altri? La Procura di Torino, com’è noto, ha terminato il suo lavoro, mentre le altre magistrature stanno ancora indagando e Chiné si riserva di valutare le varie posizioni «all’esito delle ulteriori indagini in corso, ad oggi coperte da segreto istruttorio». Una partita infinita.


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