Penalizzazione Juve, aria di -12 punti: l'obiettivo è togliere la Champions

Sono 400 i giorni sotto processo. Una partita infinita  che taglia le gambe alla squadra di Allegri. E l’estate sarà caldissima con un altro processo
Giorgio Marota
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«Tempestività e speditezza» come risposta alle lungaggini della magistratura ordinaria. Il cardine su cui si fonda la giustizia sportiva si sta lentamente sgretolando sul caso Juventus. Domani si celebrerà il quinto processo sportivo ai bianconeri, con la possibilità che diventino sei nel caso in cui il club decida di ricorrere un’altra volta al Collegio di Garanzia dopo la pronuncia della Corte d’Appello. La probabilità che i giudici, tra poche ore, infliggano una penalizzazione tale da far perdere almeno 12 punti alla squadra di Max Allegri è concreta.

Juve, perchè la penalizzazione potrebbe essere di dodici punti

Il -12 spedirebbe oggi i bianconeri al settimo posto, fuori da tutte le coppe, lasciandoli ancora in lotta per Europa League e Conference (in caso di qualificazione l’Uefa, che ha avviato un’inchiesta parallela, potrebbe squalificarli), ma a distanza siderale dal Milan e dall’Atalanta, che resterebbero a giocarsi la quarta e ultima piazza buona per l’accesso in Champions. Ad oggi sono trascorsi 404 giorni dalla prima volta che la Juve - in quei tempi non era sola, con lei imputate altre 10 società - si è presentata davanti a un tribunale per difendersi dalle plusvalenze. Quattrocento giorni sotto processo, un caso unico - Calciopoli permettendo - per quella giustizia sportiva che i ministri Abodi (Sport) e Giorgetti (Economia) di recente hanno annunciato di voler riformare. 

Juve, le tappe del processo

Fin qui la Juve è stata due volte assolta (aprile e maggio 2022) prima che arrivassero i risultati dell’indagine della Procura di Torino, ma è stata condannata nel processo di revocazione. Perché, nonostante sia stato ritenuto impossibile determinare il reale valore di una trattativa, le intercettazioni e il libro nero di FP secondo la Corte avrebbero dimostrato l’esistenza «di un sistema volto ad aggirare le norme e la lealtà sportiva». La sentenza di domani pomeriggio, la quinta, chiuderà il filone plusvalenze almeno per la Federcalcio. In fase di dibattimento il procuratore federale, Giuseppe Chiné, potrebbe chiedere quindi una penalizzazione che va dai 9 (chiesti a gennaio) ai 12 punti di penalizzazione, per rendere “afflittiva” la penalizzazione sulla base dell’attuale graduatoria. La Corte presieduta da Ida Raiola, sulla base delle indicazioni del Collegio di Garanzia (ha chiesto di rimotivare alla luce dello scarso contributo dei consiglieri d’amministrazione, confermando però l’intero impianto accusatorio), potrebbe assecondare la requisitoria, diminuire la sanzione oppure confermare la stangata di quattro mesi fa (-15) nel caso in cui valutasse che quei dirigenti “senza delega” non abbiano contribuito all’ammontare della sanzione. Il dispositivo arriverà in giornata.

Il secondo filone che spaventa i tifosi

E comunque, 400 giorni non basteranno. La Juve tornerà a processo a metà giugno, stavolta ripartendo dal Tribunale federale. La procura della Figc chiederà un’altra penalizzazione, che potrebbe influire sul 2023-24 condizionando così i piani bianconeri per ben due stagioni. A meno che si decida di colpire guardando al 2022-23 qualora la condanna sulle plusvalenze non sia riuscita - da sola - a tenere Madama fuori dalle coppe. Un’ipotesi, ancora da valutare, che va comunque registrata. L’udienza di domani sarà determinante proprio in tal senso perché indicherà una strada. Proprio due giorni fa sono arrivati i deferimenti fa per 8 dirigenti in merito a manovre stipendi 2019-20 e 2020-21 (per la procura una valanga milioni spostati da un esercizio all’altro, con le integrazioni depositate consapevolmente dopo la chiusura dell’esercizio contabile al 30 giugno 2020 più le side letter), ai rapporti opachi con gli agenti (per la procura senza mandati, con mandati fittizi o pagamenti sospetti per risolvere vecchie pendenze) e alle partnership di mercato con Samp, Sassuolo, Udinese, Atalanta, Bologna e Cagliari (accordi rimasti nei cassetti diversi da quelli ufficiali, con tanto di intercettazioni sospette).

Quando finirà il processo?

Nella migliore delle ipotesi, finirà tutto ad agosto una volta esauriti i tre gradi del giudizio sportivo, cioè 500 giorni dopo l’avvio del primo filone. Se poi alla road-map giudiziaria aggiungessimo anche i processi dei pm di Torino, riportati nell’infografica in pagina, allora per arrivare #finoallafine potrebbero volerci anni. Del resto, siamo ancora fermi alla questione preliminare: stabilire cioè quale tribunale è competente territorialmente. Lo dirà la Cassazione.


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