ROMA - Una sentenza «inattaccabile nella forma e nella sostanza». Tra i corridoi di via Campania, dove due giorni fa i giudici della Corte d’Appello hanno inflitto alla Juve il -10, filtra un certo sollievo circa la possibilità, ritenuta concreta, che l’argomento plusvalenze non torni sui banchi del Collegio di Garanzia. «Inattaccabile» perché si ritiene di aver applicato alla lettera le indicazioni del Collegio dello scorso 20 aprile. Rinviando nuovamente la palla nel campo della Corte, i giudici di stanza a Palazzo H argomentavano così: «Non è stato fornito adeguato supporto motivazionale in ordine al profilo della responsabilità dei consiglieri d’amministrazione». E ancora: «Erano dirigenti senza delega, non coinvolti nelle operazioni di mercato, e la Corte ne avrebbe dovuto tener conto». Da qui, due strade: o confermare il -15 spiegando meglio come Nedved, Vellano, Garimberti, Grazioni Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio avrebbero contribuito a creare «il sistema volto a eludere le norme», oppure, come è stato poi fatto, scorporare queste responsabilità e diminuire la penalizzazione. Trasformando la stangata (-15) in una pena più contenuta (-10), la Corte presieduta da Ida Raiola ha percorso la via più conveniente. Con un “giallo” sui tempi: era stato stabilito di far uscire il dispositivo al termine di Empoli-Juve, ma la giuria ha anticipato alle ore 20, forse per evitare condizionamenti esterni (o per assecondarli).
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La Juve spera
Per valutare nel profondo gli ulteriori appigli giuridici bisognerà attendere le motivazioni, che arriveranno tra il 31 maggio e il 1 giugno, e i legali bianconeri non sembrano affatto convinti che ci si trovi davanti a una sentenza blindata. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Bellacosa ha citato il caso del Foggia condannato nel 2019 al -6 per fatti considerati «molto più gravi», chiedendo di considerare come attenuante il cambio della governance e l’adozione di modelli di prevenzione per alleggerire la responsabilità oggettiva, oltre a contestare l’afflittività proposta dal procuratore Chiné. Il proscioglimento di Nedved e degli altri è valso alla fine 5 punti. Come si è arrivati a questo calcolo? La società vuole capirlo e, qualora lo ritenesse illogico, interpellerà di nuovo il Collegio, giudice di legittimità. In prima istanza la Juve potrebbe chiedere la sospensiva, cioè pretendere che la sentenza non abbia effetto sulla classifica rendendo però il campionato sub iudice. Che venga concessa è abbastanza improbabile. La via tradizionale è quella della presentazione di un reclamo, alla luce del quale - entro 30 giorni - il Collegio potrebbe respingere subito o fissare una nuova udienza per la trattazione. E così si arriverebbe di nuovo ai tre scenari di aprile: respingimento, annullamento del verdetto della CFA o annullamento con rinvio per nuova determinazione. Sì, ma quando? Questo passaggio Corte-Collegio è già avvenuto dopo il -15 e ci sono voluti 4 mesi (20 gennaio-20 aprile) per rimandare indietro la pratica, confermando però tutti i capi d’incolpazione per il club e le inibizioni per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene. Stavolta, viste le circostanze, si potrebbe procedere d’urgenza. Se la Juve ricorresse al Collegio, avremmo un sesto processo plusvalenze tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. E se il Collegio, alla luce di motivazioni che non ritiene valide, rinviasse in Appello arriveremmo a sette. Record dei record. E la Uefa? A Nyon non hanno fretta: interverranno, semmai, a partita italiana chiusa. Con evidenti ricadute per chi, ad esempio, dovrebbe preparare - anche sul mercato - una stagione in Champions ma con il dubbio poi di non poterla giocare nel caso la Juve risalisse in graduatoria. Quando si esauriscono i gradi della giustizia sportiva ci si può rivolgere al Tar, ma solamente per ricevere un rimborso economico.
Stipendi
All’orizzonte c’è sempre il filone che include manovre stipendi, partnership con altri club e rapporti con gli agenti, che finirà sul banco degli imputati il 15 giugno al tribunale federale. L’ipotesi patteggiamento è ancora in piedi, ma l’eventuale accordo tra procura Figc e difesa dovrebbe, a questo punto, passare all’esame del giudice. La Juventus rischia una nuova penalizzazione, più pesante di questa, da scontare all’inizio del prossimo campionato se quella delle plusvalenze sarà stata sufficientemente afflittiva. Altrimenti potrebbe trasformarsi nella mazzata definitiva per escludere Madama dalle coppe. Per Allegri potrebbe quasi essere più conveniente la seconda opzione, così da archiviare il 2022-23 e ripartire nel ‘23-24 da zero (e non da meno zero).