Lazio, Biglia capitano. Candreva è furioso

L’esterno non accetta il ruolo di vice. Il suo agente spiega: «Ci è rimasto male, in tre anni ha dato tanto»
Lazio, Biglia capitano. Candreva è furioso© LaPresse
Fabrizio Patania
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MAINZ - Pioli ha scelto il nuovo capitano della Lazio e ha consegnato la fascia a Lucas Biglia, appena rientrato dall’Argentina e dalle vacanze post-Coppa America, piombato nel ritiro tedesco di Mainz martedì sera. E’ il suo allenatore in campo, il cervello a cui affidare un ruolo di riferimento tecnico e non solo, perché il playmaker della Seleccion viene considerato dal tecnico emiliano un leader autentico all’interno dello spogliatoio. Pioli aveva deciso da qualche giorno e ieri mattina ha riunito la squadra per comunicare la decisione ai suoi giocatori: il gruppo era finalmente al completo e bisognava discutere l’elezione dell’erede di Mauri. Negli ultimi dieci anni la fascia della Lazio era sempre stata decisa dallo spogliatoio in base all’anzianità di servizio. Toccava a chi da più anni indossava la maglia biancoceleste. Biglia nuovo capitano ma Candreva c’è rimasto male. Una delusione profonda per il fantasista azzurro, cresciuto a Tor de Cenci, arrivato alla Lazio tre anni e mezzo fa. Era convinto di meritarla e se l’aspettava per il rendimento offerto delle ultime tre stagioni e mezzo, per essere nato a Roma e aver creduto nel progetto della società, perché si sentiva di poter esprimere quel senso di appartenenza che da tempo manca nello spogliatoio di Formello, salvo rare eccezioni come Mauri e Ledesma, appena congedati, come in passato erano stati Rocchi ma anche Di Canio e Nesta, loro sì, cresciuti con l’aquila sul petto.

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NO VICE - Il caso è esploso nel pomeriggio, un paio d’ore prima dell’amichevole con il Mainz. Pioli voleva consegnare a Candreva i gradi di vice. Antonio ha garbatamente ringraziato e declinato l’invito dell’allenatore. Fosse stato scelto dal tecnico, avrebbe chiesto il parere ai più anziani di militanza (Radu, Marchetti, Klose, Lulic). Così non è stato e allora ha detto no a Pioli, perché si sentiva capitano e sperava nella fascia, senza voler mancare di rispetto a Biglia. Era una sua legittima ambizione. Orgogliosamente ha respinto il contentino, come ha confermato il suo agente Federico Pastorello, deciso a sottolineare l’amarezza del suo assistito e ad allontanare invidie e gelosie.

«Considerando il percorso di Antonio, pensavo meritasse un riconoscimento e considerazione diversa da parte dell’allenatore. C’è rimasto male. Non è mancanza di rispetto nei confronti di Biglia e dei compagni, Antonio rispetta la scelta di PIoli ma io credo che che il capitano non sia solo una questione di spogliatoio, ma identifica e rappresenta una città, una tifoseria. Come rappresentatività, ha dimostrato abbastanza in questi tre anni e mezzo. Pioli ha scelto in altro modo, Candreva ci teneva, continuerà il suo percorso come ha sempre fatto, ma certo non possiamo nascondere ci sia una profonda delusione». Ci sono stati altri aspetti sfiorati (volutamente) dal procuratore. «Tengo conto che ogni estate ci sono quattro o cinque club che chiedono Candreva, anche un’importante società già iscritta alla Champions, ma neppure è stato fissato un appuntamento» ha aggiunto Pastorello, riferendosi ad un nuovo assalto dell’Atletico Madrid. Simeone lo aveva cercato l’estate scorsa (prima di prendere Cerci) e ci ha riprovato adesso prima di dirottare su Carrasco, prelevato dal Monaco. Nei giorni scorsi non era sfuggito un certo nervosismo di Antonio, forse perché aveva capito dai silenzi di Pioli che non sarebbe stato scelto. Il caso è aperto e dovrà chiudersi in fretta. La Lazio ha bisogno di tutti i suoi capitani per affrontare la campagna d’agosto.


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