Lazio, Acerbi è al top: un gol in azzurro, il sogno di una vita

Il difensore biancoceleste continua a vivere un momento d'oro: dalla rete al Torino a quella contro la Bosnia, la prima con la maglia della Nazionale
Acerbi - sicuro© Getty Images
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ROMA - È sempre così: dopo il fondo puoi solo risalire. Devi spingere con mani, piedi, braccia. Francesco Acerbi è diventato così uno dei migliori difensori italiani: è esploso, si è perso, ha ritrovato voglia e determinazione per diventare leader della Lazio e della Nazionale. Il gol contro la Bosnia, il primo in azzurro, è il regalo più bello. Ora una stagione per centrare la Champions League in maglia biancoceleste e arrivare sino all’Europeo del 2020.

Lazio, visto che Acerbi? Il difensore sulle orme di Nesta

I paragoni nel calcio si sprecano, è vero. Ma in casa Lazio era da tempo che non si vedeva un difensore così forte. Acerbi come Nesta, esagerato? Forse. Francesco da Vizzolo Predabissi, con grinta e determinazione, ha deciso di diventare un giocatore top in maglia biancoceleste. Francesco e Alessandro, storie completamente diverse. Eppure, guarda tu il destino, la 13 di Nesta al Milan l’ha proprio presa Ace nel momento del grande salto. Che non è mai avvenuto in rossonero. Alla Lazio invece sì. Acerbi come Nesta perché a settembre scorso, 17 anni dopo, un difensore laziale è tornato titolare con l’Italia. La strada è ancora lunga, certo: Francesco ha collezionato fin qui 6 presenze azzurre, l’ex capitano ha chiuso con 78 apparizioni. Ma senza mai andare in gol, Acerbi invece ha esultato eccome.

Rendimento spaziale

Inzaghi e Mancini lo hanno capito: Acerbi è fondamentale. E soprattutto è uno che non molla mai: carattere e grinta a disposizione di Lazio e Italia. A 31 anni, dopo il giro a vuoto con il Milan e la sconfitta del tumore, il difensore si sta riprendendo tutto quello che, fino ad ora, non era riuscito ad ottenere. In campionato sempre titolare, solo Strakosha ha giocato di più: 1420’ in campo, 16 presenze e una rete. Ecco perché è un momento magico: il 30 ottobre ha segnato un gol da applausi al Torino, una bordata dalla distanza incredibile. “Sirigu non mi parla”, ha scherzato Ace dal ritiro della Nazionale. Due settimane dopo un’altra esultanza, la prima azzurra condita dall’abbraccio laziale con Immobile in panchina. Dicevamo: dal fondo si può solo risalire. Prendere esempio da Acerbi, prima uomo poi calciatore.


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