Reja: "Scudetto? La Lazio lo merita anche d'estate"

Il tecnico dell'Albania e ex allenatore dei biancocelesti: «Sarebbe una fortuna per il nostro calcio chiudere a luglio la Serie A. Un orgoglio l’amicizia albanese»
Edoardo Reja Media punti 1.67© LaPresse/Valerio Andreani
Fabrizio Patania
4 min

Medici in soccorso da Tirana. L’Italia è stata conquistata dal gesto e dalla solidarietà di Edi Rama, Premier dell’Albania. Il ct Edoardo Reja cosa dice?

«E’ stato un gesto straordinario, a dimostrazione di quanto questo popolo sia sempre stato vicino all’Italia. Edi Rama ha dato la disponibilità e ha inviato i migliori medici albanesi in una zona colpita come Bergamo, dove io sono stato ad allenare. Per me è stata una gradita sorpresa, mi sento orgoglioso di guidare la nazionale albanese. Nelle ultime ore mi sono arrivati tantissimi messaggi: giocatori, allenatori, semplicemente amici e conoscenti, tutti sono stati colpiti dall’umanità dimostrata da Edi Rama e dal popolo albanese. Penso sia un esempio da divulgare a livello mondiale. Una nazione meno ricca rispetto a tanti altri Paesi in Europa ha dimostrato una solidarietà senza eguali».

Se lo aspettava?

«Conosco bene Edi Rama, è stato anche un po’ lui a convincermi ad accettare la proposta della federcalcio albanese. Lo avevo conosciuto a Roma, quando allenavo la Lazio e dopo una partita con la Juve, di cui è tifoso. Venne con Igli Tare. Organizzammo una cena nel mio albergo vicino a Ponte Milvio, presente anche Lotito. Conosco la statura e lo spessore dell’uomo. L’anno scorso mi ha telefonato per dirmi: “Cosa fai a casa? Perché non vieni ad allenare l’Albania?“. Oggi mi sento ancora più contento e orgoglioso di aver detto sì». [...]

Cosa pensa del campionato italiano? Giusto portarlo a termine in estate o sarebbe meglio chiuderlo qui?

«Sarebbe una fortuna per tutto il calcio, non solo italiano, anche se dovesse chiudere a luglio. I tempi non hanno importanza, ma sarebbe bello poterlo chiudere, girando pagina. Certo bisogna sperare che il contagio si fermi, sinora i risultati non sono ottimali, forse nel giro di due o tre settimane il virus si fermerà. Sarebbe una fortuna riprendere i campionati, ma anche la Champions e l’Europa League».

Bergamo è una città martoriata.

«Ci sto male a vedere quello che sta succedendo. Ha dell’incredibile, è una cosa straziante. Penso ai medici, agli addetti ai lavori, a chi sta in prima linea. Non c’è neanche una morte con dignità. Vediamo andar via ottantenni, novantenni. Ci hanno fatto vivere in questo mondo, hanno fatto le guerre per darci una vita più dignitosa. Bisogna essere riconoscenti
ed è veramente triste che muoiano così, senza avere la vicinanza degli affetti più cari verso l’ultimo saluto». [...]

La Lazio stava inseguendo lo scudetto.

«Un sogno. La Lazio e l’Atalanta sono le due società più penalizzate. Parlo nell’ambito sportivo, da uomo di calcio e del momento che stavano vivendo, non certo della disperazione. Senza impegni europei, giocando una partita a settimana, Inzaghi aveva buone possibilità di riuscirci, arrivando davanti alla Juve. Mi sembrava un’opportunità unica e non è detto che ancora non ci riesca se il campionato ripartirà. Ma una cosa voglio dirla. Finalmente ho rivisto l’Olimpico pieno di laziali, di bandiere, di entusiasmo, con i bambini e la gente stretta intorno alla squadra per cantare l’inno tutti insieme. Spero di rivedere presto le stesse immagini, è un peccato essersi fermati nel momento più bello. Ora è il momento di pregare e di stringere i denti, ma sono convinto che quando il calcio ripartirà, la Lazio saprà regalarci ancora le stesse emozioni. Complimenti a Lotito, Tare e Inzaghi. Conosco bene il valore di chi conduce questa società. E lo stesso discorso riguarda Percassi, Sartori e Gasperini per l’Atalanta». [...]

Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio

 


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