Ledesma esclusivo: "Lazio, ti riconquisterò"

Studia da tecnico con la Luiss, insegna calcio ai bambini, progetta un futuro da allenatore. «Tornare è il mio sogno ma non perché abbia giocato nove anni: vorrei portare un’idea e restituire a una maglia che mi ha dato tanto»
Christian Ledesma: 318© Bartoletti
Fabrizio Patania
4 min

Cristian Ledesma, 318 presenze e nove anni di Lazio, studia da allenatore. Guida la Luiss nel campionato di Promozione, si diverte con i bambini. Sta costruendo, a modo suo, un nuovo percorso. L’estate scorsa ha fondato una scuola calcio con il suo nome. Mai stato banale. Uomo serio e di parola, scolpito dal vento della Patagonia, venuto su dalla gavetta, entrato di diritto nel cuore del popolo biancoceleste. Era cervello e simbolo della prima Lazio di Lotito, guidata da Delio Rossi, l’antico maestro. Ci ha raccontato emozioni, preoccupazioni e sogni, non solo come sta vivendo la quarantena. «Sono a casa con mia moglie Marta e i due figli. Ci consideriamo fortunati. Penso a chi sta male, a chi rischia andando a lavorare. Non sono favole. Non me la sento di dire che sia un sacrificio restare a casa».

La sua famiglia si trova a Puerto Madryn.
«Siamo arrivati a poco più di mille casi in tutta l’Argentina. In Patagonia ce ne sono meno. Le preoccupazioni per i miei genitori esistono, stanno bene ma sono anziani. A Puerto Madryn c’è un ospedale, qualche clinica, non credo abbiano molti letti per la terapia intensiva. Qualora si diffondesse il virus, sarebbe un problema. L’unico vantaggio è che la città più vicina si trova a 60-70 chilometri. E’ tutto chiuso, sino a pochi giorni fa si poteva circolare sino alle 19, ora non più. Speriamo bene».

Lavori sospesi per la Ledesma Academy dopo i primi mesi di attività.
«E’ stata una bella sorpresa, abbiamo iniziato a metà luglio, in ritardo, ma siamo riusciti a creare una famiglia tra allenatori, genitori e staff . Vediamo la contentezza di padri, madri e bambini. Volevamo fare qualcosa di diverso. Le basi sono il divertimento, imparare, crescere. Il pensiero non è vincere e tirare fuori campioni. Abbiamo portato regole, lavoro duro, una metodologia creata insieme a Michele Micheli, un mio amico di Ladispoli, per la scuola calcio. Evitiamo il contatto con gli allenatori, i genitori non possono vedere gli allenamenti, non permettiamo ci siano gruppi whatsapp con i nostri mister. Se c’è un problema, vengono da me. Ascolto, mi informo, risolviamo. Le cose stanno andando bene. E’ una grandissima soddisfazione vedere i progressi di bambini che crescono con il nome della mia famiglia sulla maglia. E’ quanto sognavo. Ci siamo fermati. Riprenderemo, ma ora conta che tutti stiano bene. La scuola calcio passa in secondo piano».

Si è interrotto anche il campionato con la Luiss.
«Non pensavo di allenare quest’anno, nel 2018 mi avevano contattato per giocare, ma non me l’ero sentita, alla fine avevo scelto di andare a Lugano. L’estate scorsa ci siamo risentiti. Mi ha chiamato un dirigente, amico di Massimo Maestrelli perché suo figlio Tommaso studia alla Luiss, ci eravamo già visti a Lecce. Mi è piaciuta l’idea, il progetto. Sono contento. Mi sta piacendo allenare. Non pensavo di farlo subito. Volevo iniziare con i piccoli, ma ho trovato una realtà diversa. I ragazzi studiano, ci alleniamo due volte a settimana in orari serali, il martedì e il giovedì, più la rifinitura del sabato mattina. Mi affascina la gestione del gruppo. Ho tanto da imparare, è la prima esperienza, non sono quello che sa tutto, provo a trasmettere l’esperienza vissuta da calciatore. Siamo nel gruppo di testa, puntiamo a salire in Eccellenza, mancano 9 partite alla fine, non so se riusciremo a giocarle. Per l’anno prossimo vedremo. Se tutti sono contenti, vorrei continuare e proseguire, il progetto è importante».

La panchina sarà il futuro di Ledesma?
«Per adesso è tutto fermo, devo prendere il secondo patentino, ho già preso quello Uefa B a Coverciano, ne resta un altro e poi il Master. Alla Ledesma Academy alleno i più piccoli, ho un gruppo di dodici bambini dai 5 ai 6 anni. Ti danno emozioni e allegria. E’ bellissimo insegnare. Lavorare con loro è stupendo e faticoso. Devo continuare a studiare, il bando è sospeso. Non so quando si saprà qualcosa. E poi c’è il discorso avviato con la Luiss».

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