Auguri a Magnocavallo, il calciatore divertente della Lazio di Fascetti

Compie 63 anni l'ex jolly della 'Banda del meno 9' biancoceleste: affermatosi nell'Atalanta, ha lasciato un bel ricordo nella Capitale per la sua duttilità in campo e per il suo buon umore
Auguri a Magnocavallo, il calciatore divertente della Lazio di Fascetti
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ROMA – Con quel cognome così Giorgio Magnocavallo non può che essere indimenticabile. Ma l’ex calciatore cresciuto nell’Inter, che oggi festeggia i 63 anni di età, ha avuto meriti anche sul campo. Nato l’11 aprile 1957 in Puglia, Magnocavallo si è spostato con la famiglia, ancora bambino, a Bergamo dove ha iniziato a giocare a calcio: notato dall’Inter, dopo aver assaggiato la Primavera nerazzurra e aver disputato una gara in Coppa Italia con la 'Beneamata' (Inter-Bologna 0-1 del 22 giugno 1975), ha iniziato la gavetta con il Lecco, in Serie C, arrivando in B già a 19 anni, nel Varese, per poi giocare con Genoa, Triestina e soprattutto nell’Atalanta, con cui ha fatto il grande salto in Serie A, nel 1984.

Magnocavallo, alla Lazio grazie a Chinaglia

Nell’estate del 1985 il presidente biancoceleste uscente Giorgio Chinaglia lo porta alla Lazio, nella quale, in due sofferte stagioni, si fa apprezzare dai tifosi della Capitale. Magnocavallo fuori dal campo diventa famoso per il suo carattere gioviale, propenso agli scherzi e al buon umore. In campo invece è un giocatore versatile, in grado di giocare da terzino sinistro o da mediano, bravo nelle incursioni offensive e a procurarsi, talvolta, qualche rigore prezioso. Anche Magnocavallo è nell’indimenticabile gruppo guidato da Eugenio Fascetti che, nonostante una penalizzazione di 9 punti (in un’epoca in cui la vittoria ne vale 2), riesce a salvare la Lazio dalla Serie C, dopo una drammatica serie di spareggi per la retrocessione. Il jolly bergamasco è in campo da titolare sia nella gara vinta all’ultima giornata con il Vicenza grazie a un gol di Fiorini che nel match decisivo contro il Campobasso, deciso da una rete di Poli. Poi Magnocavallo vola verso altri lidi, chiudendo la carriera con Barletta, Spal e Formia, ma lasciando un bel ricordo tra i tifosi biancocelesti, legati per sempre alla “banda del meno 9” e a quel jolly da buffo cognome.


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