Lazio, Correa: “Mi mancano le domeniche di calcio. Che gol al Milan…”

Il Tucu si è raccontato ricordando anche gli inizi: “Il mio idolo era Kakà, ho sempre sognato di fare il calciatore”
Joaquin Correa, Lazio: 7 gol in 22 partite. Posto condiviso con Dybala (Juve) e Di Maria (PSG), rispettivamente in 24 e 26 presenze© LAPRESSE
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ROMA - Si allena, videochiama la fidanzata e i famigliari, guarda le serie tv e aspetta la ripresa a Formello. Per Joaquin Correa la quarantena è anche più dura, perché la sta passando in solitaria nella casa di Roma. E dovrà starci almeno sino agli inizi di maggio, quando forse si potrà tornare in campo come stabilito dal Governo. Ma il giocatore della Lazio non molla: “Mi alleno da solo a casa. Non possiamo uscire e ancora non si sa nulla quando potremmo farlo. Mi mancano la mia fidanzata, la mia famiglia e giocare a calcio. Svegliarsi al mattino senza pensare che domenica non si giocherà, è una brutta sensazione”, le parole del Tucu in una diretta Instagram.

I suoi inizi

"Da bambino avevo il sogno di diventare un calciatore, la mia famiglia mi ha aiutato molto. L’esordio con la maglia dell’Estudiantes contro il Banfield non lo dimenticherò mai, abbiamo vinto 3-0. Il primo gol invece, fu contro il San Lorenzo. Come allenatore posso dire che Pellegrini mi ha dato tanto, mi ha fatto capire come fosse davvero il mondo del calcio. Il mio idolo? Da piccolo era Kakà quando era al Milan. Mi piaceva molto, soprattutto per il suo stile. Il gol più bello? Ho segnato anche in finale di Coppa Italia, ma credo che la rete più importante sia stata contro il Milan nella semifinale a San Siro”.


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