Lazio, Parolo: "Il sogno scudetto ci deve dare energia. Ma senza pubblico è dura"

Il centrocampista biancoceleste ha raccontato il momento: "Abbiamo voglia di ripartire, ma con gli stadi vuoti non è la stessa cosa"
Lazio, Parolo: "Il sogno scudetto ci deve dare energia. Ma senza pubblico è dura"
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ROMA - È ancora tempo di quarantena, ma si inizia a muovere qualcosa in vista della ripresa della Serie A. Ai microfoni di Lazio Style Radio, il centrocampista Marco Parolo ha parlato del momento e non solo. Lui, un leader dello spogliatoio, ha raccontato come tutta la squadra vive l’emergenza: “Mi alleno e curo il giardino. Oggi ho tagliato l’erba, mi rilassa, mi diverte, da piccolo lo facevo spesso. Ora c’è tempo, mi passano due ore e più. In famiglia abbiamo fatto tante cose: dalla caccia al tesoro con i compiti, al vecchio gioco ‘della campana’. Con mio figlio Dante ho perso tanto tempo per la vita da calciatore, adesso passo le giornate con lui. Vogliamo ripartire tutti".

La vita da riprendere

“All’inizio la gente partirà a razzo per via dell’adrenalina. Leggere, cucinare, fare tutto con calma sono cose che fanno bene alla mente e allo spirito. Bisogna prendersi cura di se stessi nelle piccole cose. Se vai troppo veloce perdi di vista tutto. E sovraccarichi il corpo. Ogni cosa negativa ha degli aspetti positivi. Conviviamo con la situazione di emergenza. Sappiamo pensare e voglia di vivere. In Italia si trova una soluzione per tutto, ripartiremo. Spero in una ripresa giusta, senza affollarsi. Ora sto leggendo un libro di Mura sul ciclismo. La bici è stata una mia passione, lui racconta i miei idoli. Un libro piacevole scritto bene, in maniera poetica".

Ripartire

“La zona di Varese è stata colpita, ma in maniera più lieve. Ora stanno ripartendo piano piano. C’è attenzione nelle regole dello Stato. Mio papà che ha un’officina di auto è sempre rimasto aperto e mi dice che è migliorata l’attenzione delle persone nelle cose. Noi ci nutriamo di adrenalina, anche tra compagni, sfidarsi in partitella e altre cose della quotidianità. Mi manca la sfida e la possibilità di rinnovarla ogni giorno".

Passione per i motori

“Ho seguito Ciro in Formula 1, ma lui ci sta proprio dentro. Di conoscenza tecnica delle corse ne so più io, lui ha la vera passione per i videogiochi. Giocare non è facile, mi innervosisco, lui è fortissimo. Gioco comunque alla PlayStation, stiamo in compagnia, c’è un po’ di adrenalina. Non ho mai corso in una Formula 1, mai provata. Ho visto due GP dai box. Adoro quell’ambiente. In Austria è stato bellissimo tra birra, würstel e tende. Un mondo che mi piace. Con i kart, quest’estate, ci siamo sfidati. Immobile ha vinto, merito mio per dargli fiducia. Il pallone dei 4 gol al Pescara? Ce l’ho ancora qui dietro".

La ripartenza della Serie A

“La mia sensazione è che nel gruppo c’è tanta voglia di ripartire. Tutti si stanno allenando al massimo. Il vero problema sarà giocare senza pubblico. Si era creata una sinergia incredibile, posso dire che era già 1-0 per noi con i tifosi. Si respirava una carica incredibile dallo stadio, anche in trasferta. Il popolo laziale sa dare calore meglio di tutti.  Non ci saranno queste emozioni forti. Sarà un problema per noi. Ma dobbiamo compensare con la voglia di arrivare all’obiettivo. Vedremo come sarà, lo capiremo dagli sguardi quando ci incontreremo. Stesso discorso di quando sei in ritiro. Ad Auronzo sapevo che quest’anno sarebbe stata una grande stagione. Anche prima della sosta c’era questa sinergia importante tra tutti noi. Lo scudetto? Ha generato un mare di entusiasmo trascinante. Quando si lotta per un obiettivo concreto come la vittoria di una Coppa o di un campionato, si ha dentro quel qualcosa in più rispetto a quando si gioca per il conseguimento di un obiettivo, anche se prestigioso come la qualificazione in Champions League. Il sogno scudetto deve fare da sprono per avere questa energia che ci ha accompagnati fin qui".

La “nuova” Lazio

“Due step in avanti sono stati fatti rispetto agli altri anni: la costruzione da dietro e la fase di non possesso. Si migliora di anno in anno, è la bellezza di avere lo stesso gruppo. E poi c’è la bravura dello staff tecnico, che ci fanno capire e amare lo sforzo. Gli attaccanti fanno un grande lavoro dietro. Quest’anno lo abbiamo dimostrato: non mollare su ogni pallone, immolarsi su qualche tiro. Dare tutto come faceva la Juve nei scorsi anni. Tutti sono a disposizione di tutti. Inzaghi ha avuto la capacità di prendere tutte le cose positive e unirle. I risultati parlano chiaro, vuol dire che il lavoro è stato fatto in maniera egregia. Ma possiamo ancora migliorare".

La stagione

"Diversa dalle altre, non sono più un titolare. Nella mia testa ho formattato il cervello e capito che ad una certa età puoi essere indispensabile per altre cose. Non riuscivo a fare quadro tra partite e allenamenti, mi mancava la continuità. Ma nel tempo ho trovato la mia dimensione. Ho voglia di allenarmi, di mettere in difficoltà il tecnico nelle scelte, insomma fare il più possibile per mettermi a disposizione. Sono soddifatto per come mi sono adattato nella mia nuova carriera. Amo la maglia, la squadra, l'ambiente. Mi sono messo a disposizione subito. Cataldi il dopo Leiva? Già lo è. Ci sta dando tanto, ha caratteristiche diverse rispetto a Lucas, ma è cresciuto tanto. Sta ottenendo molto, lo merita, e sarà importante per il futuro della Lazio".


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