Da rifugiato a giocatore di Lazio e Roma. Ora è senza squadra: “Ma in tanti mi vogliono”

La storia di Bakary Jaiteh, arrivato su un barcone nel 2013 e scoperto da un talent scout in un parco della Capitale. Cerca nuove opportunità
Da rifugiato a giocatore di Lazio e Roma. Ora è senza squadra: “Ma in tanti mi vogliono”
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ROMA - La storia di Bakary Jaiteh vale la pena raccontarla. Ragazzo classe ’99 nato in Gambia, nel 2013 arriva in Italia su un barcone. Viene portato in una casa famiglia a Roma da rifugiato politico. La sua passione è il calcio: gioca spesso con i suoi amici in un parco della Capitale. Poi il destino, travestito da scout della Lazio, gli si presenta davanti. La proposta, dopo averlo visto giocare nel parco, è allettante: un provino a Formello. Passato a pieni voti per un ragazzo che in patria lo chiamano ‘Il piccolo Pogba”. Allenamenti con gli Allievi Nazionali aspettando la possibilità di andare in Primavera. Ma non viene mai tesserato dalla Lazio, così passa alla Roma. Lo stesso Bakary, ai microfoni di Footmercato, ha ricordato: “Sì, la Lazio mi ha notato mentre giocavo con gli amici al parco. Mi sono allenato in biancoceleste sotto gli occhi di Inzaghi. Non avevo ancora 18 anni ed ero extracomunitario. Non potevo essere tesserato. Sono andato alla Roma che mi ha girato in prestito al Foggia. Il trasferimento è diventato definitivo dopo la partenza di Monchi e Di Francesco”.

La voglia di rilanciarsi

“Il Foggia ha poi dichiarato bancarotta a luglio dello scorso anno e tutti noi giocatori siamo stati liberi. Avevo molte offerte in Italia, stavo per firmare con il Trapani in Serie B, ma poi la società ha cambiato idea. Ora sono a Parigi, mi alleno forte e aspetto una nuova opportunità. Ho molte offerte all’estero, vorrei però rimanere in Europa. Ci sono club italiani interessati”.


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