ROMA - Dubbi e problematiche, il calcio è ancora in forse in Italia. Che fine farà la Serie A? E gli allenamenti? Ivo Pulcini, direttore sanitario della Lazio, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ha fatto il punto della situazione: “Il problema dei medici è importante e riguarda tutti noi. Non è giusto che la responsabilità sia solamente nostra. L'Inail è intervenuto e con l'articolo 42 esiste la colpa solo se la responsabilità è della società. La colpa ricade non sul medico, ma sulla società. Sono tranquillo, le altre responsabilità riguardano sempre il nostro lavoro. La priorità è il gruppo, giocatori e staff: se serve dobbiamo anche annullare la stagione. Ognuno, però, deve preoccuparsi delle proprie competenze. Non devono dirmi che le società pagano i tamponi, ma solo cosa devo fare, che non so ancora".
Il futuro del calcio
“Non sono preoccupato dalle gare ravvicinate. Sappiamo tutti cosa dobbiamo fare. I ragazzi, con carichi crescenti, devono arrivare alla condizione. Si devono fare i conti anche con il microclima: una Ferrari può dare tanto solo se acqua e olio sono ok, così come accade per i muscoli dei calciatori che devono essere caldi. Servono 21 giorni di preparazione per poter essere al top della condizione, poi dipende dal ruolo dei calciatori".