Inzaghi paga il lungo stop, Conte le scelte

Inzaghi paga il lungo stop, Conte le scelte
Alberto Dalla Palma
6 min

Ha vinto Sarri, restando sul divano e guardando prima il suicidio dell’Inter contro il Sassuolo e poi l’orribile secondo tempo della Lazio, che è caduta a Bergamo dopo ventuno risultati utili consecutivi (17 vittorie e 4 pareggi). La Juve, che aveva battuto il Bologna, ha iniziato la sua prima fuga verso il nono scudetto consecutivo: +4 su Inzaghi, che ha mezza squadra a pezzi ed è costretta a pagare il conto, e +8 sull’Inter, che in questo primo turno post Covid aveva il vantaggio di giocare in casa contro un’avversarsia non certo irresistibile. Sullo stop dei nerazzurri, inaspettato e imprevedibile, hanno inciso probabilmente anche alcune scelte di Antonio Conte, in avvio e a partita in corso, oltre all’incredibile errore di Gagliardini da mezzo metro a porta aperta: pallone del 3-1 solo da appoggiare dentro la porta e scaraventato, invece, sulla traversa. Si è interrotta la lunga corsa della Lazio, che il 29 febbraio aveva battuto il Bologna e poi si era fermata per prima: non era facile ricominciare da Bergamo ma i due gol di vantaggio potevano rappresentare la dote migliore per giocare in contropiede e chiudere la sfida contro l’Atalanta. E in effetti i biancocelesti hanno avuto tre possibilità per il 3-0, fallite tutte dal nuovo Immobile con il codino alla Ronaldo: sembrava non fosse passato tutto questo tempo, la squadra di Inzaghi recuperava il pallone e si distendeva sul campo con la spettacolarità dello scorso inverno. Poi, purtroppo, è schiantata: le assenze di Leiva, di Lulic, di Luiz Felipe e di Marusic hanno penalizzato Inzaghi, costretto a chiedere una mano a Lukaku (più chili che minuti sulle gambe) e ad Andrè Anderson (uno che a rosa completa si accomoda in tribuna). Se all’andata la Lazio era riuscita a rimontare dallo 0-3 al 3-3 avviando la sua lunga cavalcata, ieri sera l’Atalanta, che aveva già giocato contro il Sassuolo, è risalita dallo 0-2 al 3-2 con i gol di Gosens, Malinovskyi e Palomino.

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Seppure a -4 la Lazio - rispetto all’Inter - ha il vantaggio dello scontro diretto con la Juve, a Torino il prossimo 20 luglio. Inzaghi dovrà recuperare tutte le sue stelle, sperando che Immobile si riaccenda, proprio come Luis Alberto: rispetto a Milinkovic sono apparsi molto più indietro dopo il lungo stop.

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Conte, evidentemente preoccupato dagli impegni ravvicinati, ha invece stravolto l’Inter che aveva appena recuperato tre punti contro la Samp: è vero che ha una rosa extralarge e può permettersi di scegliere ma è anche vero che c’è sempre differenza tra un titolare e una riserva e quando cambi cinque o sei giocatori tutti insieme è inevitabile che il prodotto non sia lo stesso, proprio come il rendimento. Ma nonostante questo l’Inter aveva rimesso in piedi la sua partita, dopo il gol di Caputo, asfissiando il Sassuolo con la sua pressione potente e continua. Il rigore dell’altro Lukaku, il sinistro di Biraghi e una corsa verso la Juve: sembrava che i nerazzurri fossero destinati a schiacciare gli emiliani, molto diversi (in meglio) rispetto all’esibizione di Bergamo qualche giorno prima. Con un paio di cambi, De Zerbi ha rinfrescato la squadra e ha iniziato a risalire la corrente fino al rigore di Berardi, provocato da Young con un intervento scellerato almeno quanto il precedente fallo di mano, perdonato da arbitro e Var.

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Ma l’Inter ha il cuore e la forza di Conte: sul 2-2 si è rimessa in moto ed è tornata in vantaggio con Borja Valero, nascosto dietro alla difesa avversaria e pronto a fare quello che non era riuscito a Gagliardini sul 2-1: appoggiare la palla in rete da una cinquantina di centimetri. Partita finita? No, con la stessa modalità dello spagnolo, Magnani ha sorpreso Handanovic e così Conte ha recuperato un solo punto invece di tre: a meno otto può essere considerato quasi fuori dai giochi, ma insistiamo a dire che il calendario dell’Inter è talmente favorevole che un recupero è ancora possibile. Ovviamente si è ridotto il margine di errore: da oggi al 2 agosto, l’Inter non potrà più fermarsi. Restano sorprendenti, comunque, le scelte di Conte non solo per lo stravolgimento iniziale ma anche, secondo noi, per la sostituzione di Eriksen con il giovane Agoume. E’ vero che il danese non era salito ai livelli di Napoli e Samp, ma il suo talento avrebbe potuto comunque dare qualcosa in più alla squadra rispetto alla vitalità fisica del suo giovane sostituto. Domani Juve-Lecce: la sensazione è che la pressione su Inzaghi e Conte aumenterà ancora.


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