Tare: “Mercato? Un rito i tifosi scontenti. Amo la Lazio, ora confermiamoci”

Il ds si è raccontato tra l’amore per la squadra e la difficoltà nelle trattative: "Servono giocatori compatibili dal punto di vista finanziario. In passato ho rifiutato il Milan"
Tare: “Mercato? Un rito i tifosi scontenti. Amo la Lazio, ora confermiamoci”© Getty Images
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ROMA - La Lazio pronta a riprendere il proprio cammino in campionato e ritornare, dopo 13 anni, in Champions League. Saranno giorno frenetici a Formello. C’è la sfida alla Sampdoria di sabato, poi il Borussia Dortmund. Il ds biancoceleste, Igli Tare, si è confessato in videoconferenza ad una tv albanese: “La scorsa stagione prima della pandemia eravamo i principali candidati a vincere il campionato. Stiamo attraversando un periodo di transizione, non solo noi, ma tutto il calcio europeo. Con il Covid facciamo molta attenzione all'organizzazione del lavoro, ogni giorno cerchiamo di avere contatti più limitati possibili con il mondo esterno, non è una situazione facile. Questa stagione è quella della conferma della Lazio in Champions League e sarà difficile. Ma non ci penso, perché dovremmo pensare al breve e non a lungo termine".

L’offerta del Milan

“La mia infanzia è legata al Milan olandese di Sacchi. Sono stato un tifoso da giovane, ho giocato la mia prima partita di Serie A contro i rossoneri. L'offerta del Milan è arrivata due stagioni fa da Maldini, ma il mio rapporto con la Lazio è fuori dal normale, sono tanti anni che sto a Roma. È stata una relazione nata all'improvviso, come un amore che ti travolge. Ho due figli ed entrambi giocano nella Lazio. Il più grande con la Primavera, il più piccolo con la squadra della sua età. Ma sto attento a intervenire perché la pressione rende tutto più difficile. Cerco di dare il consiglio giusto, ma lascio che faccia le sue esperienze, con errori e senza errori. Comunque è stato difficile per me rifiutare il Milan".

Il mercato

“Quest’anno abbiamo fatto il nostro calciomercato e c'è un rito che si ripete: i nostri tifosi scontenti perché non conoscono la difficoltà nel portare avanti le trattative. Dobbiamo trovare giocatori con le giuste caratteristiche e mentalità, ma anche compatibili dal punto di vista finanziario. L’Albania? Seguo tutto ciò che riguarda il calcio albanese, ma anche quello in Kosovo e Macedonia. Ho ricevuto diverse offerte per lavorare con la nazionale. Per me è un orgoglio contribuire al bene del calcio albanese, ma non ci sono solo io, tanti altri lavorano e non hanno la mia visibilità. La mia infanzia è legata al Partizani, è il club della mia vita. C'è un legame anche con il Flamurtari, di cui ero tifoso ai tempi della squadra d'oro. Le critiche al ct Reja? Lo conosco bene e ha molta esperienza. Il cambio generazionale è necessario, e tutti dovrebbero dare una mano. Il pallone è per tutti, il calcio è per pochi perché non tutti lo conoscono allo stesso modo e le difficoltà sono tante. Si deve capire che questa è una fase di transizione e dobbiamo essere obiettivi".


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