Tamponi Lazio, Lotito rivede un complotto

Il pensiero presidenziale sintetizzato ai suoi fedelissimi: «Protocolli sempre rispettati»
Tamponi Lazio, Lotito rivede un complotto© ANSA
Daniele Rindone
3 min

Attacchi mascherati e frontali, congiure, macchinazioni pilotate. Lotito, chiuso nel silenzio, grida di nuovo al complotto. L’aveva fatto anche tra aprile e maggio, in pieno lockdown. Non parla e non parlerà (fino a quando?), ma la sua quiete mediatica è rumorosa, i suoi pensieri riecheggiano dal mondo che gli gira attorno. Ieri, dopo il tentativo di screditamento e tutte le voci catastrofi che rimbalzate da più parti, ha pensato di emettere un comunicato, è rimasta solo una tentazione. E’ stufo di certi giochetti, si raccolgono sfoghi quando parla ai suoi fedelissimi: «Il protocollo è stato super rispettato dalla Lazio», garantisce il presidente a tutti, ovunque si trovi ad operare e a chiunque gli chieda spiegazioni. Anche ieri in Lega ha spinto affinché si adotti un protocollo unitario di interpretazione relativamente alla lettura dei tamponi dopo le difformità emerse con l’Uefa. Hanno riguardato anche l’Inter (caso Hakimi), non solo la Lazio. Serve una centrale unica di valutazione per evitare discrasie così come avviene per l’antidoping (è centralizzato). «In ballo c’è la credibilità», è un altro degli sfoghi privati di Lotito. E’ abile ad infilarsi nei vuoti normativi, spesso ha fatto giurisprudenza. Ci riuscirà anche stavolta?

L'asl

Il presidente, senza proferire parola, assicura che ogni mossa è stata effettuata nel rispetto dei protocolli. Il dottor Ivo Pulcini, responsabile sanitario della Lazio, ha sempre interloquito con l’Asl 1, è un’altra delle assicurazioni che provengono da Formello. Sarebbe successo nei giorni che hanno preceduto Torino-Lazio e anche all’inizio di questa lunga settimana, quando Immobile (martedì 3 novembre) è stato fermato, era la vigilia di Zenit-Lazio. Ciro era risultato positivo per l’Uefa mentre il Futura Diagnostica di Avellino (laboratorio di riferimento della Lazio) aveva riscontrato una lieve reattività del gene “N” (aspecifico, può riferirsi a diversi tipi di coronavirus, non direttamente al Covid). La Lazio avrebbe contattato l’Asl 1 per informarla del contenzioso nato con l’Uefa e l’azienda sanitaria avrebbe disposto la verifica attraverso i tamponi molecolari svolti puntualmente ieri a Formello (risultati tutti negativi). Lotito è certo di aver agito rispettando le norme sempre, soprattutto alla vigilia di Torino-Lazio dell’1 novembre (si sa che i granata hanno fatto un esposto alla Procura Figc). Immobile, Leiva e Strakosha erano risultati negativi al doppio tampone del 30 e del 31 ottobre, seguirono anche visite di idoneità per certificare lo stato di salute dei giocatori interessati dalle positività (deboli o meno che fossero). Considerando le negatività nessuna comunicazione era stata fatta all’Asl 1 alla vigilia di Torino. La presenza di Immobile (tra le riserve) nella rifinitura pre-Zenit, sulla quale sta indagando la Procura federale, si sarebbe verificata perché l’esito dei tamponi non era ancora arrivato (notizia da accertare, sembrò strano non vedere Ciro tra i titolari). Lotito nelle ultime settimane ha fatto tamponare i giocatori della prima squadra e i loro familiari, anche i baby della Primavera.

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