Parolo: “Al ritiro non penso. Su Klose e Immobile…”

Il centrocampista della Lazio si è raccontato tra presente e futuro: “Sto bene, gioco altri due-tre anni”
Parolo: “Al ritiro non penso. Su Klose e Immobile…”© BARTOLETTI
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ROMA - Leader della Lazio, anche se non gioca sempre titolare, Marco Parolo. Una colonna del club, un punto di riferimento per i giovani. E quando su un live Clubhouse, durante il programma SciabolaTalk, gli chiedono quando smetterà con il calcio, lui allontana quella data. A trentasei anni non ci pensa ancora: “Non mi piace stare in panchina, non credo che un professionista ami stare a guardare i compagni. L’obiettivo è sempre andare avanti fino a che il fisico lo permette. Voglio sempre spostare l’asticella sempre più in là. Se sto bene penso di poter giocare ancora. Altri due o tre anni? Penso proprio di sì. Se sto bene a 360 gradi su tutti i campi dalla famiglia alla squadra, si va avanti tutti insieme. Importantissimo è tutto quello che circonda anche il calcio, se tutto gira nel verso giusto posso ancora dare tanto. Futuro? Chi ha giocato deve restare nel calcio, non so in che ruolo, ma restare per aiutare i più giovani. Ora sono totalmente concentrato sulla stagione e sulla squadra. Il calcio ti leva tanto per la famiglia. È uno sport di sacrificio. A me piace anche evadere e divertirmi, ma ogni cosa che fai, sai che poi dovrai rimetterti in riga. Dall’alimentazione alla vita sana, chi gioca a calcio deve impegnarsi su tutti i fronti”.

Parolo su Klose e Immobile

“Sono due grandi giocatori, due super attaccanti che fanno e hanno fatto tanti gol. Miro giocava di più per la squadra, Ciro è devastante davanti alla porta. Quando il portiere para o tira fuori, per noi è quasi assurdo che non faccia gol. Diciamo ma come è possibile?”. Poi sul fantacalcio e il mondo del pallone di oggi: “I social e internet hanno cambiato il calcio. Quando giocavo in C c’erano due articoli sui quotidiani e basta. Ora potenzialmente ci sono 1000 siti che danno le notizie e i giovani, soprattutto quelli promettenti, rischiano di venire travolti da tutto questo. Il fantacalcio è un tasto dolente. Spesso mi fermano chiedendomi gol e assist. Al mare è un continuo di gente che ti blocca dicendoti che ha fatto follie per me e che devo fare gol. Spesso chiedo: ‘Ma mi paghi tu?’. I miei compagni stranieri lo odiano. Quando arrivano in Italia vengono tartassati sui social e, non conoscendolo, all’inizio restano spiazzati. Io il migliore negli inserimenti? Sono contento, anche perché io dico sempre che più ci provi e sicuro ci riesci. Se fai 100 inserimenti e magari tiri dieci volte è probabile che due volte trovi il gol. Queste cose nel calcio possono fare la differenza”.


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