Musacchio tradito da una pozza d'acqua

Alla Lazio piace il campo bagnato, così vogliono i giocatori e Inzaghi, ma stavolta si è esagerato
Musacchio tradito da una pozza d'acqua
Fabrizio Patania
3 min

ROMA - La nuvola d’acqua si è alzata e si è vista a occhio nudo dalla tribuna Monte Mario. Altro che umidità, era acqua, e chissà dove sarebbe andata a rotolare la palla se il campo fosse stato asciutto. Forse Lewandowski ci sarebbe arrivato lo stesso oppure no, nessuno può saperlo. È un dettaglio dentro una nottata in cui tutto è andato storto, persino una pozzanghera di traverso. Musacchio, sotto la pressione di Kimmich, ha sbagliato il retropassaggio. Non gli ha impresso la forza sufficiente per raggiungere Reina, proprio come gli aveva indicato Acerbi con un gesto eloquente e ripreso dalle telecamere. Come si vede dalla foto riproposta in pagina, il centravanti polacco aveva già intuito le intenzioni del difensore della Lazio. Cattiva postura, peso all’indietro, l’ex milanista non era “sopra” la palla per calciare a dovere, perché giocando a tre (e in quella posizione) serve un mancino naturale per la costruzione dal basso. Una sorta di roulette russa se ti vengono a prendere ai limiti dell’area. Può succedere. Succede, come è capitato a Szczesny e Bentancur a Oporto con la Juve. Figuriamoci di fronte ai colossi del Bayern Monaco, specialisti nel pressing alto e con una tecnica in velocità che andrebbe insegnata ai bambini delle scuole calcio, altro che moduli e diagonali.

Terreno di gioco bagnato

Il terreno di gioco, è chiaro, ha contribuito a rallentare il pallone e ha finito per “tradire” Musacchio. Come e perché i giardinieri dell’Olimpico lo avessero annaffiato in quel modo è meno semplice da intuire, di solito è perfetto e semmai si adeguano a certe richieste. Il campo pesante avrebbe danneggiato il Bayern? Una cosa è certa e si è saputa. Ai giocatori della Lazio e a Inzaghi piace il campo bagnato, fa rotolare e scivolare meglio la palla, è gradito per giocare in velocità. E le società, volendo, possono chiedere di annaffiare il campo con minore o superiore intensità.

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