Lazio, no alla violenza sulle donne: “Servono condanne forti”

All’Olimpico presentato il progetto “A.MA.MI” con la collaborazione delle Forze di Polizia Argos. Presenti Acerbi e Lotito
Lazio, no alla violenza sulle donne: “Servono condanne forti”
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ROMA - La Lazio, nel giorno della festa delle donne, ha presentato il progetto “A.MA.MI”. Un’idea sviluppata con le Forze di Polizia Argos per combattere la violenza di genere e in particolare contro le donne. Nella sala stampa dell’Olimpico presenti Claudio Lotito, il difensore Francesco Acerbi, l’allenatrice Carolina Morace, Suor Paola e Anna Falchi. I dati mostrati dal dottor Gianluca Guerrisi, rappresentante delle Forze di Polizia Argos, sono preoccupanti: nel 2019 le vittime sono state in totale 111, mentre nel 2020 112 (le donne uccise in particolar modo dal partner o ex partner sono state 68 nel 2019 e 66 nel 2020). “Vorrei ringraziare il presidente Lotito e la dott.ssa Nastri per l'organizzazione di questa conferenza stampa. Questa iniziativa va a collocarsi all'interno del percorso per la buona condotta già da noi avviato. Non bisogna avere paura a denunciare, a dire ciò che purtroppo accade. Insieme alla società vogliamo dire no alla violenza sulle donne".

Acerbi e la violenza sulle donne

"Rimango scioccato da questi eventi inaccettabili. Non si può sentire che una persona violenti una donna, servono condanne massime come per l'omicidio. Sport e musica si conciliano molto bene e possono aiutare emotivamente. Ricollegandomi al discorso precedente, consiglio a tutte di denunciare. Non bisogna avere paura. Ora scusate, vado agli allenamenti e mi devo preparare al discorso che ci farà il presidente oggi (ride, ndr)". Il difensore, a fine evento, ha ricevuto anche il diploma di ‘Ambasciatore delle Buone Azioni', un riconoscimento sicuramente importante per l’uomo Acerbi.

Le parole di Lotito alla conferenza A.MA.MI

"Ringrazio in primis chi ci ha dato questa opportunità. Il problema vero è che la differenza tra l'uomo e la bestia la fa la razionalità che frena gli istinti. Dobbiamo educare i giovani al rispetto dei valori. Bisogna avere il rispetto della dignità umana, della persona. Prima c'erano dei punti di riferimento nella società (i maestri a scuola, i preti all'oratorio) che ora sono stati declassati. Così facendo creiamo una popolazione che non si pone nemmeno il problema. Attraverso lo sport dobbiamo sopperire questa mancanza. Abbiamo l'onere di formare il fisico, ma soprattutto la mente di questi giovani. Spesso dimentichiamo questo elemento, ma la nostra vittoria deve essere quella di avere dei ragazzi che sono modelli di vita civile. La Lazio è la prima società che ha uno psicologo per i ragazzi, ma soprattutto per i genitori che a volte sfogano le loro frustrazioni sui ragazzi. Carolina Morace lo sa: abbiamo voluto implementare il settore femminile per far crescere di pari passo maschi e femmine. Ricevo spesso i complimenti per l'educazione dei nostri atleti. Con il calcio si possono abbattere le barriere. Siamo stati sempre vicino alle istituzioni che rappresentano la legalità. Dobbiamo combattere per dare certezza di legalità e di supporto all'essere umano".


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