Lazio e Superlega, ecco che ne pensava Lotito

Il patron della Lazio, alle prime voci di una supercompetizione riservata, si era espresso chiaramente: “No al solo business”
Lazio e Superlega, ecco che ne pensava Lotito© Getty Images
3 min

ROMA - La bomba nel mondo del calcio è appena esplosa: presentata la Superlega, nuova competizione esclusiva tra 20 top club europei. Chi sono? Al momento hanno svelato la propria posizione Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool, Manchester United e City, Juve, Inter, Milan, Barcellona, Real ed Atletico Madrid. E le altre? Il comunicato parla chiaro: giocheranno nel torneo 15 club fondatori e 5 qualificati annualmente. Una élite calcistica, una scelta che fa spaccare anche la Serie A con la presenza di Juve, Inter e Milan. E le altre del nostro campionato? Claudio Lotito, patron della Lazio, non ha mai digerito questa idea.

Lotito, le critiche alla Superlega

Maggio 2019, già si parla in maniera insistente di questa super competizione di club ricchi. E Lotito, in un’intervista rilasciata a Lazio Style Radio, ammette: Per la Superlega c'è una filosofia legata solo al business che non rappresenta la passione dei tifosi. Non possiamo privare i tifosi di conseguire grandi risultati, quindi bisogna dare a tutti l'opportunità di partecipare. Non dobbiamo privare lo sport del calcio della sua vera anima: la passione, il sogno. Al contrario, dobbiamo mettere nelle condizioni chiunque di concorrere per un risultato. Il problema della rappresentanza è quello del consenso: i voti contano ma non si pesano. Ogni società deve avere le stesse opportunità. Non esiste che un club ricco conti di più". Una presa di posizione confermata anche a margine di una riunione dell’European Leagues: È finito il tempo dei servi della gleba, dei vassalli e dei valvassori. Il calcio non è solo business, ma devono essere salvaguardate tutte le componenti che concorrono ad alimentare questo sistema, composto non solo dalle società e dai tifosi che rinunciano a un paio di scarpe per andare a vedere la loro squadra del cuore. Bisognerebbe costituire una cabina di regia tra club e Leghe per dialogare con l’UEFA, perché le decisioni ultime non possono essere prese dall’alto, ma vanno condivise con tutti gli attori”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA