Reina: “Da portiere ad allenatore. Benitez un padre”

Il giocatore della Lazio si è raccontato alla tv ufficiale biancoceleste ripercorrendo tutta la sua lunga carriera
Reina© LAPRESSE
4 min

ROMA - Esperienza al servizio della Lazio. E poi qualità, carisma, tecnica. Ecco perché Simone Inzaghi ha puntato su Pepe Reina. Il portiere biancoceleste si è preso i gradi di titolare, ha trovato continuità e a 38 anni sta vivendo un’altra stupenda parte di carriera. Pepe, ai microfoni della tv ufficiale del club, si è raccontato in una lunga intervista: “Il calcio è stata la mia passione sin da piccolo. C'era una libertà che oggi non c'è, si usciva di casa e si tornava per cena. Le regole a casa mia si sono sempre rispettate. Mi sono divertito un sacco con i miei fratelli fino al momento in cui mi sono dovuto spostare per il calcio, avevo appena 13 anni. Sono stato sempre un privilegiato, in primis per la famiglia che ho avuto. Mi sono staccato da loro per crescere come calciatore, e alla fine ne è valsa la pena. Mia moglie è un po' più severa, io sono quello 'morbido'. Abbiamo sempre detto la stessa cosa ai nostri figli. Le pagelle ci interessano fino ad un certo punto, i professori devono parlare dei miei figli come persone per bene. L'idea è di tornare in Spagna, vivere a Madrid dove abbiamo una casa, un progetto, un'idea di vita. Voglio fare l'allenatore, la famiglia dovrà portare pazienza ancora un po', vedremo dove il calcio ci porterà". 

Reina, dagli inizi sino al Liverpool

“Il debutto con il Barcellona? Avevo tanto nervosismo e stimoli. Era la realizzazione del sogno per cui avevo lottato tutta la vita. Mi sono perso un po' d'infanzia per indirizzare la mia vita. Alla fine sono stato fortunato, tutto è diventato realtà. Quando è finita la partita ho provato sollievo, anche perché sull'1-1 avevo commesso un errore. Mi ero tolto un peso. Ho quasi 39 anni e qualcuno della Primavera potrebbe essere mio figlio. L'esperienza ti dà una grande mano, ti dà la possibilità di affrontare meglio alcune situazioni, sia positive che negative. Il Liverpool? È stato un cambiamento importante, si giocava per vincere tutte le partite. Uscire dalla Spagna e approdare in un paese grigio, in cui piove spesso. Sono stato otto anni e ormai la considero casa mia. Il Liverpool mi ha portato rispetto sempre, sia quando le cose andavano bene che quando andavano meno bene”.

Il Napoli e l’avventura alla Lazio

Benitez è stato il mio papà sportivo, ha creduto nelle mie caratteristiche. Ha visto in un portiere 'diverso', un aiuto per la sua filosofia di gioco. Gli sarò sempre grato, mi ha fatto crescere. È stato moderno, pensava al ruolo di portiere in un modo molto diverso rispetto a 15/20 anni fa. Le mie caratteristiche col suo modo di giocare si sono intese benissimo. Siamo stati fortunati entrambi. Ho una profonda stima per il popolo napoletano, gli sarò sempre riconoscente per ciò che hanno dato a me e alla mia famiglia. Sono stati quattro anni meravigliosi. La Lazio? È stato un momento importante, arrivavo in una grande squadra che lottava per i vertici alti della classifica. Alla mia età, continuare a reggere a quel livello è stata una soddisfazione. Oggi posso dire che sia stata una sfida bellissima, sono molto contento. Sono stato acquistato per far crescere Tommy (Strakosha, ndr) e per dare una mano a tutto lo spogliatoio, anche fuori dal campo. Di mettere le mie avventure a loro disposizione. Le cose sono andate diversamente rispetto all'inizio. Loro sono giocatori aperti a crescere, a farsi consigliare, e questo è importante. Leiva è un uomo con la ‘u’ maiuscola. In dieci mesi di Lazio abbiamo legato più che a Liverpool. I nostri figli vanno a calcio insieme, le nostre figlie a ippica, si creano dei legami ancora più forti. Sono fiero di essere suo amico. È la famiglia che il calcio ti mette nel cammino, e devi approfittarne. Non è semplice avere delle persone così accanto. Condividiamo tante cose, devo ringraziare il cielo. Persone così le voglio sempre al mio fianco. Io che tipo di uomo sono? Sono uno abbastanza semplice. La cosa che mi rende più felice è godermi la mia famiglia, i miei amici".


© RIPRODUZIONE RISERVATA