Sarri: "Lazio scelta migliore. Mou simpatico, con Luis Alberto devo parlare"

Il nuovo tecnico biancoceleste si presenta a Formello: prime parole da laziale, sabato la partenza per il ritiro
Sarri: "Lazio scelta migliore. Mou simpatico, con Luis Alberto devo parlare"
13 min

FORMELLO - È il Sarry day nel centro sportivo biancoceleste. Il nuovo tecnico della Lazio si presenta ufficialmente. Ieri la prima foto con l’aquila sul petto e un sorriso che lascia presagire tutta la voglia e la felicità di ricominciare. Un appuntamento tanto atteso da tutto l’ambiente laziale. A Sportitalia, in una recente intervista, ha evitato il più possibile di parlare della nuova squadra. Lo farà oggi, in maniera approfondita, nella sua giornata speciale. Da Formello poi, la partenza per il ritiro di Auronzo di Cadore fissata per sabato mattina. Si inizierà a fare sul serio, Sarri non vede l’ora di tornare sul campo dopo un anno di stop. La sua avventura ha inizio, anticipata da un video emozionante ed emozionale sul 'sarrismo'. Alle 12 l'appuntamento in sala stampa: ecco la conferenza integrale.

Prende la parola il ds Igli Tare: "Siamo molto contenti e felici di presentare il nuovo allenatore. Ma colgo l’occasione per ringraziare Simone Inzaghi e il suo staff per il lavoro svolto negli ultimi cinque anni. Gli facciamo gli auguri per l’Inter. Perché Sarri: per noi è stata una grande opportunità di fare un salto più difficile. Sapevamo di aver fatto un grande lavoro, ma con l’occasione di arrivare a Sarri è stato un banco di prova per cercare, anche in questi momenti difficili che attraversiamo tutti nel mondo del calcio, di portare un allenatore di esperienza, che punta al gruppo e ad un gioco aggressivo e offensivo. Rispecchia lo spirito della Lazio. Gli do il benvenuto. Speriamo di gioire per tante belle cose”.

Le domande a Sarri: La citazione per la Lazio?

Il dualismo con Mourinho non lo vedo. L’ho conosciuto, è un personaggio simpatico. Non sento il dualismo, ha vinto più di me, ha un curriculum più importante del mio. Ma non vuol dire nulla. Nel derby faremo di tutto per vincere. Non ho grandi citazioni. Citerò più me stesso. Ho detto ai ragazzi: voglio vedere una squadra con spirito di sacrificio durante la settimana per divertirsi alla domenica. Voglio un calcio di predominio, dominare la partita, una squadra affamata. Ci sono i presupposti. Il primo motivo per cui sono qui è che ho intravisto in questa società la possibilità esprimere le mie caratteristiche. Ci manca qualcosa, dal punto di vista sportivo, per quello che piace a me. Ma vedo i presupposti per vedere il calcio che piace a me”.

In che momento arriva la Lazio per lei?

“La Lazio arriva nel momento giusto. Avevo bisogno di queste caratteristiche. Qui ci sono le possibilità giuste”

Quanto tempo per vedere la Lazio di Sarri?

"Una questione imponderabile. Ad Empoli, eravamo ultimi dopo 8 giornate di campionato. A Napoli solo due punti nelle prime tre partite, poi abbiamo iniziato a vincere. Al Chelsea siamo partiti bene, poi c’è stato un momento di rigetto. Alla Juve un percorso difficile anche se poi abbiamo vinto il campionato. La stagione di una squadra va giudicata nella competizione più lunga. Difficile prevedere come un gruppo possa reagire. Vedremo di limitare le difficoltà che ci saranno. Il mercato? Abbiamo fatto insieme una lista di ruoli per giocare un calcio diverso. Non ci siamo soffermati sui nomi, ma sui ruoli e caratteristiche. Il mercato è difficile per tutti, forse solo qualche squadra inglese ha margini economici. Chiaro che vorrei i 24 giocatori della lista domani mattina. Ma nel calcio attuale è impossibile. Vediamo di fare gli acquisti nel minor tempo possibile”.

Le critiche a Immobile?

“Le parole le spende Mancini, lo mette dentro ad ogni partita e dunque è felice del ragazzo. Ha iniziato bene, poi non ha segnato, ma alla squadra non fa mancare nulla. Difende, attacca. Chi vive di gol ha questi momenti. L’augurio è che gli venga la rete più importante. L’impegno che ho visto di Ciro mi lascia tranquillo. So che i voti, a livello giornalistico, dipendono dai gol. Ma l’allenatore guarda la prestazione. Ho visto dare 7.5 a giocatori che avrei ucciso la sera. A me sta bene quello che sta facendo Immobile”.

Differenze tra Juve e Lazio?

"Le squadre sono entità astratte, le società sono fatte di persone. Parlare di Juve e Lazio in maniera generale è diverso. Deduco che queste persone, alla Lazio, siano adatte a me. Poi vedremo, il percorso non sarà semplice. Nelle fasi iniziali, con le squadre nuove, ho fatto sempre fatica. Ma se hai le idee giuste e vuoi far passare un certo tipo di calcio è inevitabile. Giocare un certo tipo di calcio è una filosofia, non schemi freddi. Un modo di pensare per far diventare naturale un certo tipo di gioco. Mettere insieme 25 cervelli e sposare una filosofia non è facile. Spero che vedremo il calcio divertente, quello che mi fa andare a casa contento a prescindere dal risultato. Obiettivo numero uno: divertirsi. Parte dall’allenatore, poi si diverte il calciatore. E dopo si divertono anche i tifosi, si crea un’alchimia importante. Per vincere bisogna anche giocare male è un luogo comune". 

Luis Alberto?

Non ha risposto ad una convocazione, è un problema gestionale e societario. Dal punto di vista morale deve parlare con me e con i compagni. E ci deve convincere. Altrimenti dovrà chiedere scusa a me e agli altri”.

L’arrivo di Felipe Anderson?

“Se non ci credevo non mi sarei opposto. Ha fatto 6-7 mesi alla Lazio stratosferici, Sembrava destinato al Barcellona o al Bayern Monaco. Il problema è stata la continuità. Il nostro obiettivo è creare un ambiente per lui e che possa mantenere i suoi pregi. Gli serve serenità per essere continuo. Lo capirò e spero di togliere il problema della discontinuità. Luis Alberto alla Jorginho? Non ce lo vedo. Porta palla, salta gli avversari. Lo dobbiamo utilizzare come Hamsik al Napoli, deve andare tra le linee negli ultimi 30 metri. Lo vedo in quel tipo di utilizzo, non davanti alla difesa".

Le idee sul modulo: 4-3-3 subito ad Auronzo? La pressione qui alla Lazio?

“La pressione l’ho vissuta tranquillamente, non seguo i social. I tifosi sono quelli che vedo davanti, sono felici del mio arrivo e mi fa piacere. Nnon penso che alla Juve, al Napoli, al Chelsea ci sia meno pressione. Fa parte della normalità di questo mestiere. Anche se per me non è un mestiere, ma una passione. Ho fatto un anno fermo e il calcio non mi è mancato. Il calcio a porte chiuse non mi faceva scattare nulla. Mi mancava la settimana di lavoro, questo sì. Se iniziamo a rivedere i tifosi in tribuna il tutto crescerà a dismisura in poco tempo. Speriamo che la pandemia regredisca e che tornino i tifosi. Il modulo? Non sono un integralista, ho cambiato spesso. O meglio, lo sono, ma ditemi di quale modulo. L’obiettivo è comunque partire con il 4-3-3, ma poi c’è l’evoluzione. Spesso ho cambiato rispetto al lavoro fatto nei primi dieci giorni di preparazione. Vediamo gli esterni che ci sono a disposizione. E non ci deve far paura provare un ragazzino dentro i tre attaccanti. Vedremo il mercato cosa propone, ma siamo pronti a cambiare idea. I nostri interni sono da tutelare, con il 4-3-1-2 li triti. Per i centrocampisti è molto dispendioso perché devono correre di più. A Empoli, nei finali di partita, cambiavamo e tornavamo al 4-3-3".

Obiettivo stagionale?

“Le squadre hanno certe caratteristiche, puoi influire sull’idea. Questa squadra ha tanti giocatori che creano palle gol. Parlavamo dei due interni. Se troviamo anche due esterni che ci aiutano, va benissimo. Ho avuto tanti attaccanti che hanno segnato tantissimo come Higuain e Mertens. Lo stesso Hazard al Chelsea. Ronaldo l’anno scorso ha fatto la stagione migliore dal punto di vista realizzativo. Bene Immobile che segna tantissimo. Poi bisogna avere qualche altra soluzione. Il primo anno sarà di costruzione e questo non vuol dire nulla. Sarà più difficile rispetto a quelli successivi, non ci diamo per vinti. Negli anni dopo l’obiettivo sarà quello che dal punto di vista economico fa la differenza. Lo scudetto dello scorso anno? Senza lockdown vinceva la Lazio, ma la Juve era prima. Un luogo comune sentito spesso. Vista dalla parte dei bianconeri, i biancocelesti erano gli avversari più temibili. Nella fase finale, anche in questa stagione, ha fatto pochi punti. Non è una questione di preparazione, difficile che si sbagli. Se cambi il calendario e ti mettono 15 partite in 40 giorni ci può stare. I calendari sono folli, la Fifa farà il Mondiale a 50 squadre, mi aspetto di tutto. Abbiamo fatto due anni di qualificazione per eliminare tante piccole nazionali. Bisogna fare le categorie, è impensabile che uno che costi 1 milione al mese vada a giocare ad Andorra. Bisogna ridurre il numero delle partite, sennò è dura. Arrivano infortuni, scende la qualità delle partite, è inevitabile. Spero ci sia la buona volontà di tutti per tornare a un calcio sostenibile, per tornare alle partite pronti".

Lo scudetto?

Vedremo, parte un altro ciclo. Vogliamo essere competitivi, migliorare con il passare del tempo. Vogliamo essere fortemente competitivi, vuol dire che lotteremo. La società voleva fare un contratto di quattro anni. Sono stato io a volerlo di due anni. Ho una certa età, vediamo se avrò sempre le stesse energie. L’Europa League? Dipende dalla rosa e dalla vastità. Parliamo di un torneo difficile. Giochi il giovedì, trasferte lunghe, le difficoltà di recupero non sono indifferenti. Serve una rosa non banale. Al Chelsea l’abbiamo fatta benissimo, ma c’erano tanti giocatori. Cambiavamo 7-8 elementi alla partita dopo. La stanchezza poi, non è solo fisica. Ma anche mentale da parte di tutto l’ambiente. A volte, nonostante i cambi, la squadra sembrava comunque stanca. In Europa devi dare tutto, quando si va dentro rappresenti la società e la tifoseria. Quest’anno l’Europa League sarà anche più difficile. Il livello salirà con gironi impegnativi. Preferisco scoppiare a marzo che fare delle figure di merda in Europa".

I social?

"Un evoluzione che ci ha portato ad un peggioramento dal punto di vista personale. Ecco perché non li ho. Già la relazione telefonica mi mette in difficoltà. Mi piace guardare le persone in faccia. Sono un anti-social. Scintille con Lotito? Speriamo di no, è anche bello grosso (ride, ndr). Non vengo da esperienze semplici con i presidenti comunque. Luis Alberto? La deve gestire la società dal punto di vista disciplinare. Per quanto riguarda i rapporti la gestiamo noi. Magari ci dice cose che siamo d’accordo. Non c’è la pena di morte. Ho litigato con calciatori, poi quando hanno dimostrato l’atteggiamento giusto li ho rimessi dentro”.

La storia della Lazio? E ancora sul modulo...

Mille situazioni in mente. La cosa più cara è Maestrelli, ho conosciuto i familiari, lui era un personaggio straordinario. Il modulo? Sono un integralista della difesa a quattro: mi sono reso conto che per le direttive che do è impossibile giocare a tre. Mi annoio se aspetto le squadre, voglio prendere gli avversari alti. Innesti? Se abbiamo tre giocatori esterni qualcuno manca. Vedremo. Escluso Hysaj, gli altri dovranno imparare. Ho parlato con Lazzari, vuole provare. L'ho tranquilizzato, con quella corsa basta aggiustare qualche movimento. Ho usato Mario Rui, è anche più piccolo. Marusic pure ha gamba, ha fatto anche il terzo. Il quarto può farlo senza problema".

Correa pronto per Sarri? Ha parlato con Peruzzi?

"Con Angelo ho parlato massimo cinque giorni fa. Un personaggio importante per la Lazio. Spero che torni presto dopo l'operazione al ginocchio e ci possa dare una mano. Correa farà l'attaccante di sinistra se ha voglia e gli stimoli giusti. Il ragazzo ha dimostrato l'intenzione di andare via. Se quando torna dalla Coppa America ha cambiato idea ben venga".

Ancora sul modulo e i centrocampisti...

"La mia idea di calcio si conosce. La Lazio, appena parlato con me, ha tirato fuori il problema del modulo. In rosa c'è posto per due, vedremo cosa porterà il mercato. Difficile dire si sceglie questo o quello, dipende dal mercato, vediamo che viene fuori. Centrocampo di incontristi mai avuto, avevo Kanté ma anche Jorginho e Kovacic.. Qui c'è Leiva con due giocatori costruttori. Milinkovic sa difendere, in area ti mette via duemila palloni. Contrasta bene con il fisico. Luis Alberto porta movimenti difensivi".

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