Il coraggio di Sarri nel cantiere Lazio

Il coraggio di Sarri nel cantiere Lazio© Getty Images
Alberto Dalla Palma
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Si vede che la Lazio è un cantiere aperto, dove ci sono lavori in corso, ma se le premesse sono queste, è il cantiere di una villa a cinque stelle. Non è mai facile iniziare un campionato poco dopo Ferragosto e vincere segnando tre gol in trasferta, seppure sul campo di una squadra che è appena tornata in serie A. E dopo aver cambiato allenatore. Da Inzaghi a Sarri è cambiato tutto e si è visto al Castellani, nel bene e nel male. Partenza in salita, provocata da un gol evitabilissimo se la squadra avesse già capito le differenze dei movimenti di una difesa a tre (Simone) e di una difesa a quattro (Maurizio): il tiro di Bandinelli ha sorpreso Reina ma con una maggiore attenzione il debuttante dell’Empoli non si sarebbe mai trovato da solo in quella posizione solitaria. Ci vorrà tempo, è chiaro, soprattutto per Lazzari che passa da un ruolo assolutamente offensivo a una zona del campo dove non è ancora abituato a chiudere: sia chiaro, l’ex della Spal è stato decisivo realizzando uno splendido gol, quello del sorpasso, ma è stato più volte messo in difficoltà quando ha dovuto fare il terzino.  
 
Lavoro, serve tanto lavoro a questa Lazio, che dovrà assorbire le idee di Sarri e dimenticare il calcio precedente, riemerso proprio nell’azione del 2-1: palla in profondità di Milinkovic, come voleva Inzaghi, e incursione di Lazzari, splendido nel diagonale di destro. Il responsabile del cantiere biancoceleste non ha paura di nulla, nemmeno di inserire nei momenti decisivi Luis Alberto al posto di Akpa Akpro perdendo corsa e capacità difensiva, il giovane Raul Moro al posto di Pedro e addirittura l’Anderson della Salernitana al posto di un gigante come Milinkovic Savic. In pratica il tecnico ha cercato di mantenere sempre vivo il suo 4-3-3 scegliendo anche giocatori meno forti ma sempre omologhi a quelli sostituiti: eppure l’Empoli stava cercando le forze di riaprire la partita, aveva messo in difficoltà Reina, salvato sulla riga da Luiz Felipe e avrebbe poi anche colpito una traversa.  

Avanti con le proprie idee, Sarri ci metterà qualche mese a mettere il tetto alla sua villa: ci vorrà molta pazienza, soprattutto quando la Lazio accuserà qualche passaggio a vuoto, inevitabili dopo una trasformazione così radicale. Ma una mano, al Comandante, dovrà darla il presidente Lotito: ancora prigioniera degli errori commessi sul mercato, quando sono stati accumulati giocatori di basso livello, la società ora non riesce a vendere e di conseguenza a chiudere trattative già ben avviate con Basic e Kostic. Una mano, alla sua vecchia Lazio, potrebbe darla ancora Inzaghi acquistando Correa, unico gioiello trattabile in uscita.


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